nostro inviato ad Appiano Gentile
Chissà se José è quello che la gente crede. Se diventi importante ce nè sempre un mucchio che si convince di conoscerti, ognuno con una versione.
José alla fine è quello che hai davanti in quel momento. Ieri, dopo originalissima domanda, ha tirato giù unaltra volta la Juventus: «Se sono preoccupato? Ma non si vede? Guardate che occhiaie perché la notte non dormo...». Poi il prossimo avversario di Champions: «Quanto sono preso dalla partita di mercoledì? Zero condizionamenti». E col Barcellona avrebbe anche chiuso lì se non ci fossero state le colleghe della prensa spagnola a far domande: «Ibra? Adesso è un problema di Guardiola. Ma Etoo è il miglior attaccante con cui abbia mai lavorato».
Sinceramente non si è capito il chiasso attorno a questa affermazione. Immagino che avrebbe ricevuto un più giusto rilievo una risposta di significato opposto: Ibra meglio di Etoo. Ma noi tutti ad Appiano ci siamo eccitati come se fossimo scesi con le tavole in mano. José sta superando se stesso, riesce a far passare per notizia lovvio. Ne è anche nata una piccola discussione e allora lui ha messo a tacere la folla con lennesima parabola: «Quando ero al Chelsea dicevo che Cech era il miglior portiere del mondo, Drogba il miglior attaccante e Frank Lampard per me era da Pallone dOro. Adesso sono allInter».
In effetti José parla poco di calcio in senso stretto per una serie di motivi. Intanto perché non ha molta voglia di far sapere in giro cosa ne pensa, e poi perché ha già capito che largomento è annoiante di suo. Mai sentito straparlare di diagonali con noi, o di ripartenze, roba da scienziati. Lui va da Cruz e lo crocifigge perché gli ha battuto un fallo laterale, quello sì. È inutile star lì a raccontarla se poi in 180 minuti contro il ManU non fai neppure uno straccio di gol. Erano i campioni dEuropa, José disse che era proprio la sfida che cercava. Adesso sta zitto, anche il Barça arriva col titolo. Costruisce uno zero col pollice e lindice e fa capire cosa gli frulla in testa: zero pensieri negativi. Mai così sereno da quando è qui: «Merito del derby? Non sono uscito da San Siro con lo champagne in mano. Non sarei rimasto lì a piangere». Se in Europa riuscisse a domare gli avversari come gli riesce con le emozioni, questInter sarebbe già nella leggenda. Una cosa alla volta: «Siamo in evoluzione, ci stiamo costruendo, qualche sbavatura ci sta». Lidea è che il progetto sia molto ambizioso.
Poi cè anche lunica vera notizia della conferenza di ieri: «Cambiasso da domani rientra nel gruppo, recuperato al cento per cento». Ieri José stava molto bene.
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