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Mourinho striglia Balotelli e chi bigia San Siro

MilanoQuando si dice che Ibrahimovic e Mourinho viaggiano sulla stessa linea di pensiero, non si sbaglia. E la dimostrazione avviene nel postpartita quando il tecnico portoghese si è soffermato a lungo sui pochi tifosi presenti allo stadio. E se Ibra prima della partita col Panathinaikos aveva detto: «Ci serve più apporto dal pubblico», Mourinho rincara la dose: «Vorrei maggiore incitamento dai tifosi. Non è una critica, lo dico col cuore: noi possiamo giocare meglio ma il calore dei tifosi potrebbe darci una mano».
Il tecnico poi spende una parola per Maicon: «Mi spiace sia stato fischiato, è andato in campo contro il parere dei medici. Se i tifosi ci vogliono fischiare lo facciano a fine partita e comunque attacchino me, che sono il responsabile di tutto». Esaurito l'argomento, è il momento di analizzare il match: «Nei primi trenta minuti le grandi qualità del Napoli non si sono viste ma è stato tutto merito nostro. Poi abbiamo sofferto un po' troppo, è vero». Comunque Mourinho è soddisfatto della sua Inter: «Nelle ultime tre partite di campionato ci sono dei minimi comuni denominatori, segno di un lavoro che prosegue bene: difesa alta, pressing a centrocampo, velocità nelle ripartenze e carattere».
Con cinque vittorie consecutive e le sfide d'andata con le big quasi esaurite, le uniche note stonate hanno il nome di Balotelli e Quaresma. Ancora esclusi, e il motivo è presto spiegato: «Devono solo allenarsi bene, hanno grandi esempi in squadra come Zanetti, Cordoba o Samuel: basta seguirli e copiarli. Se uno ha 17 o 18 anni ed è solo un talento non accetto che possa lavorare meno di giocatori che da anni sputano l'anima per la maglia». La precisazione è destinata a Balotelli e Mourinho non nasconde la preoccupazione: «Gli ho parlato e deve lavorare meglio, non deve perdersi».
Chi invece di questi problemi non ne ha è Cordoba, che ieri si è preso la ribalta con una rete da attaccante di razza: «Sono contento per il mio gol - dice Cordoba -, ma ancora di più per la vittoria: il Napoli è una grande squadra e vincere è stato soprattutto questione di carattere». Soddisfatto anche Maxwell: «Abbiamo giocato molto bene. Loro hanno grandi individualità ma nei novanta minuti siamo stati migliori noi». Gli fa eco Stankovic: «Dopo i primi grandi trenta minuti abbiamo cercato di controllare la partita e ci siamo riusciti, il Napoli non ha praticamente tirato in porta».
Messa così, sembra che il Napoli non sia mai stato in partita. Ma l'allenatore dei partenopei non è d'accordo: «Abbiamo regalato la prima mezzora all'Inter poi però abbiamo giocato come sappiamo - dice Reja -. Abbiamo anche coccolato il sogno di pareggiare ma è importante aver lottato fino alla fine, segno che fisicamente non siamo in calo. Peccato per i tre minuti di recupero: troppo pochi».
Anche il dg Pierpaolo Marino maledice l'inizio della partita: «Come l'anno scorso, siamo stati un po' timorosi. Una volta liberi mentalmente, ma sotto di due gol, abbiamo macinato gioco. Sull'ammonizione di Lavezzi per me Rosetti ha sbagliato, e anche nelle punizioni fischiate per l'Inter nel finale che non ci hanno permesso di sfruttare il recupero, ma rimane un grande arbitro». Ed ecco lo stesso episodio visto dal protagonista: «Se era fallo? Guardate alla tv.

Di sicuro non meritavo l'ammonizione», chiude il "Pocho".

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