La mozione di An arriva in consiglio il 31 gennaio

Ha atteso venti mesi prima di essere tirata fuori da un cassetto. Poi, un rinvio dopo l’altro, ha finito per slittare di altre tre settimane. Ora (magari anche al termine del continuo pressing del Giornale) la mozione di Gianni Bernabò Brea, capogruppo di An in consiglio comunale, avrà finalmente diritto di essere discussa in sala rossa. Il presidente dell’assemblea cittadina, Emanuele Guastavino, ha segnato sul calendario di palazzo Tursi la data in cui verrà inserita all’ordine del giorno la mozione con cui viene chiesta l’intitolazione di una pubblica via a Fabrizio Quattrocchi. Il 31 gennaio si potrà finalmente capire se la maggioranza di centro sinistra che governa Genova accetterà di ricordare come merita un suo concittadino additato ad esempio da tutta Italia, oppure se, magari per i ricatti di qualche partito, riuscirà a distinguersi persino dal resto della sinistra italiana.
All’orizzonte potrebbe profilarsi quella soluzione che implicitamente avevano anticipato il sindaco Giuseppe Pericu e il capogruppo diessino Simone Farello, paragonando il caso Fabrizio Quattrocchi al caso Carlo Giuliani. L’idea, una volta passata l’emozione successiva alla proiezione del terribile video dell’esecuzione, sarebbe quella di liquidare il bodyguard assassinato dai partigiani iracheni con un cippo. Proprio come avverrà per il no global morto durante il G8 mentre dava l’assalto a una jeep di carabinieri.

L’accostamento evidentemente piace alla sinistra che ha giocato anche sui tempi dilazionati pur di non concedere all’opposizione la possibilità di far conoscere subito ai cittadini l’imbarazzante posizione della maggioranza.

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