Napoli - Anche i governi di Tokyo e Taipei, dopo quello coreano, avrebbero deciso di non sdoganare le mozzarelle giunte a Tokio dall’Italia. Lo sostiene, sulla base di proprie fonti nel mondo dell’export, il Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop. La decisione sarebbe da ricondurre alle notizie circolate sulla stampa internazionale riguardanti un’ipotetica contaminazione da diossina.
Lo stop di Tokyo e Taiwan Si allarga il fronte internazionale del rifiuto della mozzarella italiana, sospettata di nascondere contaminazioni di diossiona dovute ai roghi dei rifiuti in Campania: dopo la Corea del Sud, sembra che anche Giappone e Taiwan abbia chiuso oggi le proprie frontiere al formaggio filante, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche L’export verso il Giappone di mozzarella di bufala campana nel 2005 si è attestato a 329mila kg per un valore commerciale di 2,3 milioni di euro. "Siamo sbigottiti - dice il presidente del Consorzio, Franco Consalvo - perchè i controlli ci sono e garantiscono il consumo sicuro della mozzarella di bufala. Il segnale proveniente dal Giappone è tanto più preoccupante perchè non ancorato ad alcun riscontro di laboratorio". "In merito alle vicende coreana e giapponese - continua Consalvo - sappiamo che il ministro Paolo De Castro ha già avviato i necessari contatti con i Governi coinvolti nei blocchi. Nelle prossime ore riunirò un’unità di crisi". Già ieri, la Corea del Sud aveva proibito l’importazione di mozzarelle di bufala italiane dopo aver registrato, nell’analisi di alcuni campioni, una contaminazione da diossina: "Appena avremo identificato il produttore responsabile della contaminazione e il periodo di produzione potremo togliere il bando in tempi brevi". La Corea del Sud importa ogni anno circa 10 tonnellate di mozzarella di bufala.
Attacco al made in Campania Il colpo per l’economia e per l’immagine del made in Italy si annuncia durissimo, soprattutto se sarà confermata nei prossimi giorni la decisione delle autorità sanitarie di Seul e Tokyo di proibire seppur momentaneamente l’importazione di mozzarelle di bufala dall’Italia, dopo che analisi di laboratorio hanno accertato la presenza di livelli di diossina superiori al consentito. Nei giorni scorsi la Cia (Confederazione italiana agricoltori) già invitava a evitare "allarmismi ingiustificati" tanto da provocare un "effetto psicosi" simile a quello per la mucca pazza che ha prodotto danni al settore per miliardi di euro.
Gli accertamenti degli inquirenti Da dove proviene la partita incriminata di mozzarella bufalina? C’è stata una sottovalutazione in Italia del rischio diossina negli allevamenti bufalini? Tutte domande che per ora non hanno una risposta. È certo però che in questi giorni un allarme diossina è scoppiato proprio attorno alle produzioni bufaline degli allevamenti della provincia di Caserta, il cui territorio per decenni è stato alla martoriato dal traffico illegale di rifiuti tossici. Controlli dei Nas e dei Noe dei carabinieri in decine di allevamenti e caseifici di prodotti bufalini di Terra di Lavoro hanno portato a un centinaio di indagati.
L'esperto: "Vogliono indebolire l'export" "Questa storia non mi convince per niente. Secondo me è un tentativo di Corea e Giappone di indebolire le esportazioni italiane. E poi, sinceramente, che i coreani diano lezioni di sicurezza alimentare a noi fa un pò ridere.". Il nutrizionista Giorgio Calabrese, membro del cda dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, è fortemente scettico: "Come mai quei governi non ci hanno detto esattamente quanta diossina hanno trovato? Perchè il limite è di 3 picogrammi (ciascuno vale un miliardesimo di milligrammo, ndr), ma se si arriva a 3,2 o 3,3 è davvero uno sforamento minimo, mi fa ridere. Diverso se avessero trovato 7 o 10 picogrammi, ma mi pare davvero difficile". Infatti, ricorda Calabrese, "la mozzarella di bufala campana è un prodotto Dop, ci sono norme precise sulla distanza dalle discariche entro la quale le mucche possono pascolare. Credo sia molto improbabile una contaminazione collegata con l’emergenza rifiuti". Un’operazione che sa molto di strategia commerciale, secondo Calabrese: "Non facciamoci prendere per il naso, giapponesi e coreani non possono insegnarci niente sulla sicurezza alimentare, e poi tutto questo allarme.
Ma a Tokyo o a Seul quanta mozzarella mangiano? Non mi convince - ribadisce - e comunque ci dicano esattamente quanta diossina hanno trovato, e da quale provenienza, e valuteremo scientificamente il problema. Sennò è solo una generalizzazione che condanna senza nessuna fondatezza un prodotto buono e sicuro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.