da Milano
Il Monte dei Paschi ha fatto ieri da «apripista», annunciando la propria esposizione di gruppo rispetto ai prodotti del comparto cdo-subprime (prodotti legati ai mutui Usa a bassa garanzia). Sono 50 milioni, tutti coperti da strumenti derivati.
Una cifra che si riferisce a impieghi diretti di liquidità di gruppo, definita da fonti interne «ininfluente». A questa si è affiancato un altro dato: lesposizione di clienti in prodotti collegati al comparto ammonta a 7,5 milioni, e non si tratta di prodotti «fabbricati» dal gruppo. In ogni caso il mercato del dopo-Borsa serale (i dati sono stati comunicati con il listino ufficiale chiuso) ha reagito bene, con un rialzo dello 0,4% del titolo a quota 4,44 euro, segno che i dati non hanno suscitato apprensione.
Mps ha fornito i numeri su indicazione della Banca dItalia, che ha recentemente chiesto a tutte le banche di chiarire la propria posizione. In questo senso è stata la prima nella lunga settimana di appuntamenti societari che si è aperta ieri: solo oggi toccherà a Intesa-Sanpaolo, Bpm, Banco Popolare fornire i dati della semestrale e, per loccasione, comunicare al mercato la situazione-subprime.
Per quanto riguarda, appunto, la semestrale di Mps, la relazione chiusa al 30 giugno scorso presenta un utile netto di 513,8 milioni, in crescita dai 480 del giugno 2006. Per il direttore generale di Mps, Antonio Vigni, «su base strutturale è la nostra migliore semestrale di sempre». Il rapporto tra costi e ricavi è sceso a 57% dal 60,9 di fine anno. Ma questo rapporto era sceso a 56,4% con la prima trimestrale. Il Tier 1 ratio si attesta a 6,1% a fine giugno da 6,53% di fine 2006. Tuttavia, nella presentazione agli analisti, il Tier 1 del primo semestre è indicato al 6,80% per linclusione degli effetti della cessione di Mps Vita. E Vigni ha detto che «nel secondo semestre proseguirà il processo di riallocazione del capitale», e di aspettarsi «ulteriore miglioramento» dei ratio patrimoniali.
Rispondendo alle domande degli analisti Vigni ha ribadito che Mps è molto attenta alle opzioni di crescita, ma salvaguardando sempre la creazione di valore». E sulla mancata aggiudicazione dei 198 sportelli messi in vendita da Intesa, Vigni ha detto che il prezzo dellasta non consentiva al Monte dei Paschi la «salvaguardia della creazione di valore».
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