Mps prosegue sui T-Bond E per le filiali spunta Carige

PIANI Dopo Barclays e Intesa scende in campo anche il gruppo ligure: obiettivo rilevare 20 sedi

Mps prosegue sui T-Bond E per le filiali spunta Carige

Vendita di 150 sportelli entro dicembre e 1,9 miliardi di Tremonti bond: il Monte dei Paschi prosegue sulla strada del previsto rafforzamento patrimoniale per alzare il Core Tier One, uno dei parametri cardine per misurare lo stato di salute degli istituti di credito, sopra il livello di guardia in vista della revisione delle norme di Basilea 2. Positiva la reazione di Piazza Affari, dove il titolo del Monte ha chiuso, malgrado la difficile giornata delle Borse, in progresso dello 0,48% dopo aver toccato un guadagno superiore al 2,5 per cento.
Per gli sportelli, che l’Antitrust ha chiesto al Monte di cedere in cambio dell’acquisto di Antonveneta, «ci sono diverse offerte, stiamo lavorando su basi concrete. Si sono aggiunti altri nomi. Le trattative sono in corso, siamo fiduciosi sullo stato dei lavori e sulla tempistica», ha detto ieri il direttore generale Antonio Vigni. All’inglese Barclays e a Intesa Sanpaolo si sarebbe infatti aggiunto l’interesse di Carige che punterebbe ad assorbire una ventina di filiali. Barclays avrebbe manifestato l’intenzione di acquistare 125 dei 135 sportelli che Mps deve ancora vendere, mentre Intesa vuole comprarne 50.
La vendita delle filiali porterà nelle casse della banca presieduta da Giuseppe Mussari un’ulteriore iniezione di liquidità, dopo il maxi aumento di capitale dello scorso anno e l’accordo sul risparmio gestito con Axa.
A completare l’operazione di rafforzamento patrimoniale del Monte sarà poi la sottoscrizione dei Tremonti-bond, come hanno già fatto la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare. «Confermiamo quello che ho sempre detto», ha affermato ieri Vigni aggiungendo che i contatti con il Tesoro «stanno andando avanti costruttivamente». Siena ha prenotato 1,9 miliardi di titoli pubblici e a differenza di Intesa Sanpaolo e Unicredit manterrà quindi la strada intrapresa: complice lo sforzo profuso per acquistare Antonventa, per cui Siena ha versato 9 miliardi nelle casse della spagnola Santander, e diventare il terzo gruppo bancario del Paese il Monte è infatti tra gli istituti italiani che hanno maggiore necessità di rafforzare il proprio patrimonio, sempre in termini di Core Tier One.
Quanto ancora alla cessione degli sportelli l’Antitrust ha prorogato a metà dicembre il termine entro il quale il Monte dei Paschi deve rispettare la condizione posta dall’Authority. Finora la banca senese ha venduto 15 sportelli alla Popolare di Puglia e Basilicata per 5 milioni di euro a sportello. Non sembra, invece, più essere della partita la tedesca Deutsche Bank che inizialmente aveva manifestato il suo interesse senza però mai arrivare a una offerta formale. Secondo quanto ricostruito dall’agenzia Reuters l’offerta della banca britannica per 125 sportelli è «attorno a 4 milioni a sportello».
Ora probabilmente Rocca Salimbeni, che ha detto di essere fiduciosa nel rispetto dei tempi per la vendita, cioè non intende chiedere altre proroghe all’Antitrust, cercherà di ottimizzare l’affare provando a soddisfare tutte le richieste senza fare troppi «spezzatini».

Il Monte cercherà, quindi, di offrire agli interessati una suddivisione degli sportelli che faccia quadrare le diverse richieste, senza restare con piccoli pacchetti di filiali che sarebbero difficili da mettere sul mercato.

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