Economia

Mps vola ai massimi In gioco il ruolo della Fondazione

Si scommette sugli acquisti «difensivi» di Gnutti in vista della nuova riforma degli Enti. Oggi cda e incontro con il nuovo advisor

Marcello Zacché

da Milano

Erano i primi mesi del 2001 quando a Siena si parlava della fusione con la Bnl, e il titolo valeva 4 euro. Come ieri, quando la chiusura è avvenuta a quota 4,12, con un rialzo del 3%, massimo storico degli ultimi 4 anni e 10 mesi. Nel frattempo è successo di tutto. A cominciare proprio dal naufragio del progetto di aggregazione. Ora, dopo aver declinato anche l’ultima chiamata per aderire al piano Unipol-Bnl, la solitaria Mps ha trovato lo slancio per guadagnare il 60% in 8 mesi. Perché?
Fonti vicine al vertice suggeriscono di guardare i numeri della trimestrale, approvata da poco, e seguita da una serie di incontri one to one con analisti finanziari internazionali. Alcuni di questi sono in corso proprio in queste ore, a Londra, protagonista il vicedirettore generale Antonio Vigni. Inoltre oggi è in programma un cda i cui consiglieri incontreranno in mattinata i nuovi advisor strategici (Mercer Oliver Whyman). Ma non basta a spiegare l’exploit. Lo confermano i report degli analisti in circolazione su Mps, che mediamente ritengono le attuali quotazioni superiori a un target che si colloca intorno ai 3,4 euro, e suggeriscono prudenza. Il punto è un altro.
La questione si chiama Eufemi, dal cognome del senatore Udc che ha presentato al Ddl sul risparmio un emendamento che impone alle Fondazioni di limitare al 30% i diritti di voto nelle banche partecipate. Per Siena un incubo, visto che l’Ente Mps controlla la banca con il 49% del capitale ordinario. Con l’approvazione del Ddl, andrebbe in minoranza. Per questo, da qualche mese, tutti comprano. Dove tutti sta per i due partiti che intendono, sia per strategia, sia per speculazione, giocarsi la partita di Rocca Salimbeni.
Il primo è il parito dell’arrocco. Si dice, a Siena, che il patto d’acciaio sia tra Fondazione ed Emilio Gnutti, pronto a salire dall’attuale 3 fino al 5% e con alleati anche all’8%. Dopo un iniziale momento di difficoltà legato alle intercettazioni estive, Gnutti si è rivelato l’unico alleato affidabile e disponibile a stare al fianco dell’Ente fino in fondo. Il secondo è il partito degli «scalatori», di quelli che scommettono sulla contendibilità della banca e prendono posizione. Può essere un soggetto destinato prima o poi a venire allo scoperto, o altri azionisti di ogni tipo, investitori istituzionali, banche d’affari. Tranne forse Francesco Gaetano Caltagirone, che con il suo 5% non può andare oltre.

E che non è il tipo, insegna la recente storia bancaria, da comprare ai massimi.

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