Mr. BlackBerry: «Apple e Samsung non ci spaventano»

nostro inviato a Bochum

«Tra i produttori di smartphone molti hanno copiato da noi. Anche l’iPhone ricorda il Pearl che noi abbiamo lanciato quattro anni fa». Lo spiega Mike Lazaridis il fondatore di Rim, Reserch in Motion, azienda più conosciuta con il nome dei suoi prodotti di punta, ossia i BlackBerry. Gli smartphone che per primi hanno rivoluzionato il concetto di telefono cellulare dando la possibilità di usare la email ovunque, come se si fosse davanti al computer. E le cifre, 65 milioni di cellulari venduti e 32 milioni di abbonati al suo servizio di mail, danno ragione al fondatore nonchè ad della società canadese, che ieri a Bochum in Germania ha presentato il primo cellulare sviluppato in Europa, nel centro di ricerca creato nella città tedesca circa un anno fa.
Siete una società in controtendenza, con un centro ricerca e sviluppo in Germania e non in Cina come fanno in molti...
«Secondo Fortune siamo la società che cresce più velocemente, ossia il 37% a trimestre. Per far questo abbiamo bisogno di trovare persone estremamente capaci che lavorino per noi. Riteniamo che in Europa, grazie alle università specializzate, ci sia questa possibilità. I nostri centri di ricerca sono principalmente in Canada, negli Usa, ora in Germania e Inghilterra. Ma niente Cina. È una scelta. E siamo forse anche gli unici produttori di telefoni cellulari che non assemblano i loro prodotti nel Far East».
Cosa ha di speciale il nuovo BlackBerry Bold 9700 progettato in Germania?
«Ha un design molto europeo, con particolari interessanti come il dorso antiscivolo in materiale speciale. È più piccolo di quello precedente, ma ha tutti i servizi che chiedono i nostri utenti, e cioè facile da usare. Inoltre ha una batteria che garantisce 6 ore di conversazione. Io uso il mio BlackBerry dalle 5,30 del mattino quando mi alzo fino alle sei di sera e quando torno a casa ho ancora metà batteria a disposizione».
Siete partiti con un prodotto esclusivamente business, ma quattro anni fa avete lanciato il Pearl che è pensato per gli utenti consumer.
«Abbiamo visto che anche quell’utenza aveva necessità di un cellulare per poter controllare la mail in mobilità. E allora abbiamo aggiunto una fotocamera e un sistema per ascoltare la musica. Ora i nostri prodotti sono usati da tutti e il 40% del business viene dal settore consumer. Credo però che il mercato degli smartphone sia diviso in due. Da un lato ci sono i cellulari come il nostro destinato principalmente alla comunicazione di voce e dati e dall’altra quelli per l’intrattenimento puro».
Lei non vede Samsung e Apple come rivali?
«Credo che noi siamo stati i primi e conserviamo la leadership in questo mercato. I nostri prodotti sono utili e facili da usare. Inoltre hanno anche un altro vantaggio, ossia impiegano poco la capacità della rete. Per i gestori di tlc è un vantaggio perché non occupiamo molta banda come invece accade per altri smartphone, ma anche gli utenti spendono meno quando li usano».


Tim in Italia è stata tra i primi operatori mobili europei a credere nei vostri prodotti: perché non avete fatto un centro ricerca e sviluppo nel nostro Paese dedicato magari al design?
«Ci abbiamo pensato, ma purtroppo non si sono verificate le condizioni necessarie, almeno per il momento».

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