Economia

Mr Luxottica inseguito dal fisco per 500 milioni

Leonardo Del Vecchio al centro di una bufera per gli utili passati nel ’99 da una finanziaria tedesca. Le rivelazioni su L'Espresso in edicola oggi. Utili non dichiarati per 1,55 miliardi

Mr Luxottica inseguito dal fisco per 500 milioni

Dopo la caccia del fisco al tesoro nascosto di Gianni Agnelli, un’altra vicenda di carattere tributario si addensa sulla famiglia di uno degli industriali di maggior spicco in Italia, Leonardo Del Vecchio, fondatore e maggior azionista di Luxottica, leader nel mondo dell’occhialeria con un giro d’affari 2008 a quota 5,2 miliardi di euro e 61mila dipendenti.

Il fisco contesta alla Delfin, la finanziaria della famiglia Del Vecchio (Luxottica) imposte non pagate per circa 500 milioni, per effetto di un meccanismo di esterovestizione che avrebbe sottratto agli occhi del fisco profitti per circa 1,55 miliardi. Lo scrive il settimanale L’Espresso nel numero in edicola oggi. Vengono citati documenti relativi a verifiche del fisco sulle holding della famiglia Del Vecchio domiciliate in Germania e poi Lussemburgo relative al 1999, anno in cui sarebbero state rivalutate all’estero, in esenzione di imposta, le partecipazioni in Sanson (gelati) e Luxottica. Un primo avviso con la richiesta di 20 milioni di euro tra multa e tasse è relativo ai bilancio 1997-1998. La Delfin, interpellata dal settimanale, rileva di aver avviato la procedura per una definizione in via bonaria della procedura.

Le indagini - secondo quanto ricostruito da L’Espresso - entrarono nel vivo due anni fa, quando il viceministro delle Finanze Vincenzo Visco sferrò un attacco alle catene di controllo cosiddette «a sandwich»: ovvero una holding italiana che possiede una finanziaria straniera che a sua volta possiede un’industria italiana. La tedesca Leofin stava proprio in mezzo tra la struttura organizzativa e decisionale situata in Italia (con Leonardo finanziaria) e le partecipazioni di capitale, soprattutto Sanson e Luxottica; lo scopo intuibile era quello di utilizzare il più favorevole sistema impositivo in vigore in Germania. In particolare, nel 1999 emergono due fatti straordinari: la tedesca Leofin chiude con un utile di 1,55 miliardi di euro, mentre la capogruppo Leonardo viene soppressa e il controllo del gruppo trasferito in Lussemburgo, con la costituzione della Delfin. Nel tempo poi anche Leofin confluisce in una società lussemburghese.

Ora il fisco rivendica l’«italianità» degli utili del 1999, e chiede conto di 500 milioni di imposte arretrate.

Commenti