Il suo fiuto per la politica è collaudato. Non a caso Deodato Scanderebech, pugliese di nascita ma torinese dadozione, politico piemontese di lungo corso - è stato tra i fondatori di Forza Italia e assessore regionale allAgricoltura della giunta guidata da Enzo Ghigo - e attuale capogruppo dellUdc alla Regione, è meglio noto come Mister Preferenza. Ed è proprio il suo fiuto che, in vista delle regionali, gli dice che lUdc di Casini sta facendo un gran pasticcio. Di qui la decisione, sofferta ma forte del consenso che gli viene dai suoi elettori: metter su una lista centrista a sostegno del candidato presidente del centrodestra, il leghista Roberto Cota.
«Sono loro che vanno a sinistra, io rimango al centro dove sono sempre stato, alleato col centrodestra», puntualizza. E assicura: «LUdc di Scanderebech alla Regione Piemonte non andrà con quella sinistra radicale contro cui ha combattuto per cinque anni. È una questione di coerenza, valori come la famiglia, letica, per me sono irrinunciabili».
E in Piemonte lUdc di Scanderebech non è affatto uninezia. Anzi, è uno zoccolo duro del partito, che raccoglie anche i tanti che, come Scanderebech, sono partiti tanti anni fa dal Sud per trovare lavoro al Nord. Anche i meridionali saranno pronti a votare Lega con il centro di Scanderebech? «La decisione di andare da soli con una lista centrista a sostegno di Cota - spiega - non lho presa io come singolo. Con i miei ho fatto numerose assemblee, e ci siamo trovati daccordo sul fatto che certi valori sono irrinunciabili, sono stati loro a decidere. Anche mia figlia (Federica, consigliere comunale, ndr) è con me. Con Cota personalmente ho un ottimo rapporto, abbiamo già lavorato insieme in Regione. E poi la Lega ha nel suo programma valori che sono anche dei moderati».
Una scelta sofferta, quella di Mister Preferenza. «È stato un travaglio - racconta Scanderebech - ho sperato fino a qualche giorno fa che Casini cambiasse rotta. Non sono io che lascio, sono loro che hanno mollato la strada. È inaccettabile per me stringere unalleanza con la sinistra radicale, sarebbe come rinnegare il mio lavoro di cinque anni». Insomma, una bocciatura senza appello per la politica dei due forni che vede i centristi passare con disinvoltura dalla sinistra radicale (come in Piemonte e in Liguria) al Pdl (come in Lazio): «Secondo me - sentenzia Scanderebech - stanno facendo una cosa diversa rispetto al loro Dna. Ma io non sono un politico del tatticismo, io faccio politica tra la gente e per me la cosa più importante è linteresse dei cittadini». Scanderebech comunque non lascia il partito di Casini. «Non ho mai rinnegato e non rinnego - sottolinea - il passaggio allUdc.
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