Ma Mr Tod’s non lo ascolta, nuovo show in tv

Gian Maria De Francesco

da Roma

Il confronto tra le due anime di Confindustria, quella montezemoliana e quella maggiormente rappresentativa delle Pmi, inizia ufficialmente oggi pomeriggio con il consiglio direttivo di Viale dell’Astronomia. Sul tavolo dell’organo collegiale ristretto l’ordinaria discussione sulla situazione economica e sindacale del Paese. Ma inevitabilmente si parlerà dell’intervento del premier Silvio Berlusconi al convegno di Vicenza. E soprattutto delle polemiche dimissioni dal direttivo di Diego Della Valle, il patron della Tod’s e componente del patto di sindacato di Rcs e Bnl.
Temi delicati per la principale confederazione datoriale, tanto da spingere il vertice a limitare il più possibile l’informazione sulla discussione. Montezemolo ha inviato una lettera ai presidenti delle associazioni territoriali e di categoria invitandoli al silenzio stampa «per fronteggiare i tentativi senza precedenti di strumentalizzazione della Confindustria» ed «evitare il rischio di essere iscritti negli schieramenti politici dell’una o dell’altra parte» in «una campagna elettorale piena di veleni».
Ma quale sarà la strategia che seguirà il presidente Montezemolo? Lo ha accennato ieri il direttore generale dell’associazione, Maurizio Beretta, conversando con Vittorio Fini, presidente di Confindustria Modena, a margine di un convegno di Confimprese. «Domani (oggi, ndr) c’è il direttivo. Poi ci saranno le elezioni. E se i risultati andranno secondo le previsioni, dovranno essere felici se resterà un canale aperto». Queste le parole di Beretta ascoltate dal Giornale. Un’interpretazione plausibile è la seguente: se l’Unione dovesse affermarsi, ci sarà conseguentemente una chiara affermazione della linea decisa dal vertice e per la base confindustriale non ci saranno molti spazi per il dissenso.
In questo quadro va inserita la richiesta di silenzio stampa da parte di Montezemolo. Per Confindustria ora è fondamentale serrare i ranghi. «Vediamo che cosa ci dicono. Vediamo se vogliono presentare un documento. Sicuramente ci sarà un dibattito», spiega Michele Perini, ex presidente di Assolombarda e numero uno di FieraMilano. «Ci hanno chiesto di stare in silenzio. Ascolteremo quello che hanno da dirci», aggiunge Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica non allineato alla linea montezemoliana.
«La Confindustria deve essere autonoma dalla politica, ma si registra spesso un eccessivo appiattimento sui dettami della presidenza, oggi come in passato sull’articolo 18», spiega il vicepresidente di Confindustria Perugia e componente del direttivo, Luca Tacconi, che ha inviato una lettera a Montezemolo sulla necessità di allargare la base di consenso. E probabilmente oggi peseranno le parole del decano confindustriale Emilio Riva, big della siderurgia italiana, fautore di una Confindustria più ecumenica. Mancheranno invece il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il numero di Technogym, Nerio Alessandri, entrambi impegnati negli Stati Uniti.


Infine ieri Confindustria ha pubblicato il documento comune sull’Università sottoscritto insieme ad Abi, Ania, Legacoop, Confcommercio, Confapi e Confesercenti e altre sigle. Punto fondamentale l’abolizione del valore legale delle lauree, in assonanza con l’agenda Giavazzi.

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