Muccioli «zar antidroga» a Milano

Muccioli «zar antidroga» a Milano

Dopo il divorzio con la famiglia Moratti, Andrea Muccioli sta per assumere un nuovo incarico. Sarà il «controllore» della qualità delle comunità anti droga. Per ora quelle della Asl Milano 1 (che comprende l’area nord ovest della provincia) ma, se la sperimentazione funzionerà, di tutta la regione.
Ad agosto Muccioli ha lasciato San Patrignano, fondata dal padre Vincenzo, per pesanti dissapori con l’ex sindaco Letizia Moratti e suo marito Gian Marco, principali finanziatori della comunità. All’origine della spaccatura liti sulla gestione dei conti: e in gioco c’erano cifre pazzesche, di milioni di euro. Ora Muccioli junior si «ricicla» e il suo nuovo incarico, non ancora ufficiale ma già annunciato dal direttore sociale dell’Asl Milano 1 di Legnano alle comunità, fa discutere.
Il primo a saltare sulla sedia è stato Riccardo De Facci, il presidente del Ceal, il coordinamento degli enti accreditati in Lombardia, che rappresenta l’80% dei centri che assistono i tossicodipendenti. «È una scelta assolutamente fuori luogo» contesta. Ciò che spaventa gli operatori è una contraddizione di base: Muccioli ha sempre lavorato con metodi suoi, al di fuori del circuito delle altre comunità. E per di più ha sempre preso le distanze dal sistema degli accreditamenti dei centri che lottano contro le dipendenze. Ebbene, sapere che ora proprio lui si trova a supervisionare le comunità lombarde inquieta gli operatori. «Cosa significa? - si chiede De Facci - Si vuole per caso correggere il sistema lombardo, che invece è un modello che funziona? Perché è stato scelto proprio lui che ci ha sempre criticato?».
Altra questione è il metodo utilizzato per le terapie di disintossicazione: «Il metodo del ’Sanpa’ - sostengono gli operatori lombardi - è comunque stato utile a molti, ma bisogna rispettare chi usa altri metodi».
A intervenire sulla questione sono anche i consiglieri regionali di Sel, Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli: «Auspichiamo un ripensamento su questa nomina» intervengono. Nomina che avviene proprio mentre gli enti anti droga devono fare i conti con una riduzione dei finanziamenti. «Muccioli - spiegano i due rappresentanti di Sel - incarna l’idea di una modalità educativa e di cura assai discutibile e un disastro economico e amministrativo con una comunità al tracollo». All’estrema sinistra non va giù che per l’operazione Muccioli in Lombardia vengano utilizzati fondi regionali.


Tuttavia la nomina non verrà effettuata direttamente dal presidente lombardo Roberto Formigoni: «Il presidente non ha intenzione di nominare nessun nuovo delegato» precisano al Pirellone. Si mette chiarezza sul ruolo dell’ex gestore di San Patrignano, che quindi non assumerà il compito di «delegato regionale» alle droghe e dipendenze come qualcuno ha pensato. Lavorerà per l’Asl Milano 1. Per ora.

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