da Milano
Dopo il cartello del bitume, è quello del rame a finire nel mirino della Commissione europea, che impone a 30 società, controllate da 11 gruppi, tra cui l'italiano Frabo, una maxi-multa di 314,7 milioni, per aver violato le regole del trattato in materia di pratiche restrittive del mercato.
Si tratta della quinta multa più alta mai inflitta dall'Antitrust Ue per questo tipo di violazioni, che porta il totale delle sanzioni contro gli accordi di cartello decise da Bruxelles dall'inizio dell'anno oltre la soglia del miliardo.
Oltre al gruppo Frabo, sono stati multati i gruppi Aalberts, Imi, Delta, Advanced Fluid Connections, Tomkins, Flowflex, Legris, Viegenr, Sanha Kaimer e Mueller. A quest'ultimo gruppo, la Commissione europea aveva imposto inizialmente una multa di 10,45 milioni che poi è stata annullata in considerazione del fatto che è stato il primo a denunciare l'accordo di cartello.
Bruxelles, inoltre, ha ridotto del 20% la multa imposta originariamente al gruppo Frabo alla luce della collaborazione fornita dal management. La commissione alla Concorrenza guidata da Neelie Kroes è stata invece molto severa con i gruppi Aalberts, Delta, Advanced Fluid Connections e Legris, che hanno visto le rispettive multe lievitare del 60% poiché hanno mantenuto gli accordi illegali anche dopo le ispezioni di Bruxelles. E nel caso della Advanced Fluid Connections la multa è stata maggiorata di un ulteriore 50% poiché il gruppo britannico ha fornito alla Commissione informazioni fuorvianti.
Tra il 1998 e il 2004, spiega una nota, tutte queste società hanno stipulato patti segreti per coordinare gli aumenti di prezzi, la distrubuzione di clienti e lo scambio di informazioni commerciali riservate. I gruppi hanno adesso due mesi per versare le multe nelle casse dellUnione Europea e, eventualmente, fare ricorso alla Corte del Lussemburgo.
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