Resta alta la tensione a Chinatown. Una multa e, oplà, cinquanta cinesi circondano cinque ghisa colpevoli di far rispettare la legge. Quasi un replay di quanto accaduto due settimane fa in Paolo Sarpi, dove i milanesi sono stati costretti a subirsi una giornata di guerriglia perché un vigile urbano aveva appioppato una contravvenzione a un commerciante cinese. Stesso film anche ieri in via Bramante, dove il carico-scarico delle merci fuori dagli orari, consentiti e no, rende impossibile la vita ai residenti.
Poco prima delle undici, un ghisa contesta uninfrazione a un cinese: «Divieto di sosta», «intralcio alla circolazione» ma nemmeno il tempo di farsi consegnare i documenti, di estrarre il blocchetto delle multe che da Paolo Sarpi arriva un plotoncino ad occhi di mandorla. Cinquanta cinesi di corsa, urlanti, si scagliano sul ghisa: stavolta senza il supporto di quel consigliere comunale di maggioranza che, secondo la Lega, scambia «Palazzo Marino con Pechino». Altri vigili impegnati in zona intervengono a difesa del collega. Scatta lallarme e sul posto arrivano altre forze dellordine. La situazione non denegera e in un quarto dora ritorna la normalità.
Lepisodio di ieri rischia di non restare affatto isolato. Nei giorni scorsi cè stata infatti una riunione della comunità cinese che ha deciso il sostegno economico per i sette asiatici già finiti nel registro degli indagati con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento. Sostegno a chi è stato immortalato dalle telecamere durante la guerriglia urbana.
Ma, attenzione, sempre in quella riunione della comunità cinese avvenuta in un ristorante nei pressi di via Lomazzo si è pure deciso che gli indagati saranno sempre (o quasi) presenti in ogni altra manifestazione di protesta: saranno la testa dariete degli irregolari. Il fascicolo che li riguarda potrebbe quindi arricchirsi velocemente grazie a questa soluzione di comodo imposta agli indagati.
Multa ai cinesi, tensione in via Sarpi
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