Le multe? Più o meno salate anche per la stessa violazione

Il costo di una infrazione? Dipende da chi la contesta

Marcello Viaggio

Veltroni e la giungla delle sanzioni. La stessa violazione può portare a sborsare cifre sensibilmente diverse a seconda dell’organo di vigilanza che si ha la fortuna o la sfortuna di incontrare. Qualche esempio? Sosta davanti al cassonetto dell’Ama: 100 euro la multa per il nucleo Decoro urbano, 35 euro per i vigili urbani. Cane a spasso senza guinzaglio: 160 euro per i vigilini, 100 per la polizia municipale. Un vero terno al lotto. «A Roma sul tema delle multe è caos, e a farne le spese sono come al solito i cittadini» denuncia Alessandro Marchetti, segretario romano dei vigili del Sulpm, Sindacato lavoratori Polizia municipale. «Una vera e propria giungla, a seconda di chi si incontra aggiunge - o un vigile urbano, o un operatore comunale della mobilità (Ocm), o una guardia zoofila, oppure un dipendente comunale del Nucleo decoro urbano».
Una giungla, sì, ma con una regola precisa: il Comune ha bisogno di soldi, multa di tutto e di più. Le contravvenzioni attualmente costituiscono circa il 14 per cento della parte corrente di bilancio. Dopo l’Ici, per il Campidoglio sono la principale voce d’entrata. Nel 2006 il bilancio capitolino prevede dalle multe introiti per 200 milioni, nel 2007 per 214 milioni. Poco meno di 100 euro a testa per ogni romano, compresi lattanti, suore di clausura, vecchi di 90 anni, mendicanti. Il salasso è in crescita vertiginosa. Non basta osservare con scrupolo il Codice della strada, il rischio della contravvenzione è sempre in agguato. Basta l’affissione su un albero della foto del cane smarrito con il numero di telefono. Basta che il nonno getti i giornali vecchi sbadatamente nel contenitore verde invece che in quello bianco. Sono tutte trasgressioni. Ma se si capita sotto gli occhi sbagliati, si paga anche due-tre volte di più.
La colpa è tutta del Comune. La denuncia del Sulpm è precisa: la creazione di diverse figure ausiliarie porta all’applicazione di norme e multe diverse a seconda dell’organo di vigilanza. «Per fare un solo esempio - racconta Marchetti - se un cittadino porta il cane senza guinzaglio in un parco pubblico e incontra qualcuno del Nucleo decoro urbano, si becca una multa di 160 euro in applicazione dell’art. 21 del regolamento di Polizia urbana. Paga solo 100 euro, invece, se trova un vigile o una guardia zoofila, che applicano l’art. 29 e 30 del Regolamento tutela animali».
Se un cittadino incolla sul muro un manifesto formato A4, il classico volantino, rischia 412 euro di multa se incappa negli addetti del decoro urbano, che applicano gli artt. 15 e 28 del Regolamento Affissioni e Pubblicità. Paga invece 357 euro se lo multano un vigile o un Ocm, che applicano l’art. 23 del Codice della strada. Al contrario se incolla un manifesto più grande, gli conviene paradossalmente la multa del Nucleo decoro urbano, in quanto la sanzione di 412 euro si applica a prescindere dalla grandezza del manifesto, mentre la sanzione del vigile aumenta secondo la grandezza e può arrivare fino a 1.433 euro.
E se invece si parcheggia l’auto davanti al cassonetto dell’immondizia? «Si pagano 100 euro se passano quelli del decoro urbano, - spiega Marchetti - che applicano l’art. 14 del Regolamento dei rifiuti. Molto di meno, appena 35 euro, se invece passa il vigile, che applica l’art.158 del Codice della strada». Insomma, un vero ginepraio. Una selva intricata di norme. Ai romani non resta che rifarsi alla dea bendata. Qualcuno, però, per difendersi aguzza l’ingegno.

Ad esempio se trova la multa del Decoro urbano sul vetro dell’auto davanti al cassonetto, racconta il Sulpm, la toglie e chiama i vigili. Motivo? La sanzione dello Stato per un’identica infrazione prevale sempre su quella comunale. Bastano due righe di ricorso, per pagare un terzo di quanto toccherebbe con gli sceriffi di Veltroni.

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