È un po come se quelle esplosioni, loro le avessero sentite sulla propria pelle. Mentre a Viareggio si scavava tra le macerie roventi per cercare i sopravvissuti, i genovesi di Multedo erano incollati davanti alla televisione con la pelle doca. «Poteva capitare a noi. Anzi era più facile che capitasse a noi», dice Mara Michelini, consigliere del Municipio VII Ponente e già instancabile anima del comitato che da anni ormai lotta per la delocalizzazione degli impianti del polo petrolchimico del ponente genovese. Non Gpl, precisa, ma materie chimiche, potenzialmente infiammabili e tossiche, però. «La tragedia di Viareggio - dice - ripropone in termini drammatici, il tema della sicurezza della movimentazione delle ferrocisterne sul binario-morto della stazione ferroviaria di Pegli da e per la società Carmagnani».
Insomma, se a Viareggio il carro cisterna della morte era di passaggio, qui arriva nel cuore di una delegazione. Tutta unaltra storia. Vecchia, per giunta. «È dal 2001 che la società Attilio Carmagnani ha raggiunto un accordo con le Ferrovie per l'inoltro delle ferrocisterne di liquidi infiammabili e nocivi via binari per migliorare la sicurezza rispetto al trasporto su gomma». Tale procedura non ha per nulla rassicurato i cittadini che abitano lungo il tratto ferroviario dove avvengono le movimentazioni. Per vari motivi. «Sia per la stretta contiguità delle case con l'infrastruttura in questione, visto che le ferrocisterne arrivano fin in mezzo ai palazzi, sia per la rumorosità prodotta dal traffico, che non ci fa certamente stare tranquilli neanche di notte», spiega ancora la signora Michelini.
A nulla sono valse le proteste della popolazione affinché siano adottate tutte le precauzioni necessarie al fine di garantire la sicurezza degli spostamenti delle ferrocisterne e contenerne la rumorosità.
Il mancato rispetto di alcuni accordi per laumento delle misure di sicurezza insieme con lemozione suscitata dalla tragedia di Viareggio, hanno fatto sì che il comitato di quartiere di Multedo e i comitati pegliesi in genere si siano rivolti al prefetto Annamaria Cancellieri e al sindaco Marta Vincenzi «affinché vengano accolte le istanze della popolazione che convive ogni sera con l'incubo di un possibile disastro ai margini delle case. Vero è che il carro cisterna esploso a Viareggio conteneva il pericolosissimo Gpl, ma è altrettanto vero che anche le semplici sostanze infiammabili, miscelate con aria, a determinate temperature possono formare miscele vapore/aria esplosive come riportato nelle Schede Internazionali di Sicurezza Chimica».
Anche gli interventi antincendio messi in campo dalle Ferrovie, in rispetto del decreto ministeriale del 20 ottobre 1998 che stabiliva quali dovevano essere le misure di sicurezza per gli scali merci-terminali di ferrovia come quello di Multedo, non soddisfano i cittadini. «Perché non garantiscono la protezione delle case che stanno a monte ma solo larea del parcheggio d'interscambio della stazione ferroviaria». Infine, ma non ultimo, il problema delle strutture e del terminale ferroviario troppo vecchio. Lo sfogo dei comitati, ieri, ha provocato limmediata reazione della Società Carmagnani chiamata in causa, che ha voluto tranquillizzare i cittadini divulgando un comunicato dove si legge che «la capacità di mobilitazione del Quartiere di Pegli è senz'altro encomiabile. Non tiene però conto che in tutto il mondo, e l'Europa non fa eccezione, si cerca di limitare il trasporto delle merci pericolose via strada facendole arrivare agli stabilimenti destinatari, quando possibile, via oleodotto o, quando non possibile, utilizzando la ferrovia...I trasporti che avvengono dal costiero di Pegli sono relativi a prodotti di categoria B, ossia aventi un punto di infiammabilità superiore ai 21 gradi centigradi. Non sono pertanto facilmente infiammabili come quelli di categoria A, di cui non sono previsti né lo stoccaggio né la movimentazione. Occorre inoltre tener conto che la velocità di entrata ed uscita delle ferrocisterne è compresa fra i 5 e i 10 chilometri ora, ben diversa da quella di un treno viaggiante. Inoltre in attesa delle conclusioni dell'inchiesta in corso per quanto malauguratamente avvenuto a Viareggio, sembra pretestuosa e del tutto fuori luogo una mobilitazione che accomuni pericolosità e rumorosità, quasi le ferrocisterne contenenti Ortoxilene (tale è il prodotto movimentato a Pegli) fossero più fastidiose dei treni passeggeri e/o merci in transito giornalmente sulla linea Genova-Ventimiglia».
Ma a dimostrazione che lallarme lanciato dai cittadini è tuttaltro che sovradimensionato il fatto che ieri del problema si è parlato anche in Provincia. Il consigliere Stefano Volpaia (Pd) pegliese ha fatto un parallelo tra viareggio e la situazione di Multedo dove «insistono due realtà produttive in mezzo alle case e a ridosso del casello autostradale»
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