Che desolante gazzarra sulla decisione (rinviata) di dedicare a Roma una via a Giorgio Almirante. Lasciate stare la contabilità degli errori, i capitoli infami del politicamente scorretto, altrimenti dovremmo cancellare mezza toponomastica. Non dirò che Almirante merita una strada perché piaceva a mezza Italia e fu votato costantemente da una fetta compatta di italiani.
Non dirò che merita una via per gli ideali politici che ha rappresentato; direte che erano ideali di parte, valori di minoranza, amor patrio escluso. Almirante merita di essere ricordato per una ragione oggettiva che gli riconoscevano anche i suoi avversari: è stato il miglior oratore politico della Repubblica italiana. Nelle piazze, sui camioncini, in tv, in parlamento. È un valore oggettivo che lo include di diritto nel pantheon nazionale della seconda metà del Novecento, dove sono entrati anche mezze figure e leaderini di partitini per via della lottizzazione stradale.
Il Comune di Roma ha due possibilità: ripulire la toponomastica secondo i criteri indicati dai censori di Almirante e nel qual caso, da viale Togliatti in giù, c’è da fare una strage stradale. O inserire Almirante lasciando anche gli altri. Da italiano civile, opto per la seconda ipotesi inclusiva, che fa pace col passato. P.S.
Trovandomi sulla via giusta, devo ringraziare i tanti,
ma tanti davvero, che hanno risposto all’appello che lanciai su queste colonne di trovare una bandiera con la fiaccola del fronte della gioventù per un militante che la vuole con sé per l’estrema battaglia. Vi fa onore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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