Roma

Muore e lascia 35mila euro al Comune: «Però fateci del bene»

Serviranno a pagare gli affitti alle persone in difficoltà i circa 35mila euro che Marta Malenza, morta all’età di 90 anni, di origini veneziane, ha donato al Comune di Nettuno, dove abitava da otto anni. La donna, nata a Venezia nel 1919, senza figli, ha deciso ha deciso di fare questo dono perché amava la città, dove aveva deciso di trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Oltre che al Comune la donna ha disposto nel suo testamento consistenti lasciti alla curia vescovile, alle suore che l’hanno ospitata e alla domestica. Il lascito destinato al Comune è finalizzato a scopi benefici e l’amministrazione comunale ha deciso di usare i soldi per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare gli affitti.
«La volontà della generosa signora Marta, alla quale va il ringraziamento della città, è stata precisa - spiega l’assessore ai Servizi Sociali Domenico Cianfriglia - perciò abbiamo deciso di usare il lascito per integrare il finanziamento regionale destinato a chi ha difficoltà nel pagamento degli affitti». Sono 115 le famiglie iscritte nella graduatoria del Comune di Nettuno per ottenere un sussidio per pagare l’affitto, una parte delle quali potrà così usufruire del lascito. «L’anno scorso - aggiunge Cianfriglia - la graduatoria era simile e abbiamo potuto erogare il contributo solo a 54 famiglie. Quest’anno contiamo di usare, oltre al lascito, anche le entrate del 5 per mille. Infatti il contributo della Regione Lazio è di soli 150mila euro, a differenza di altri Comuni nelle nostre stesse condizioni, forse perchè quando è uscito il bando regionale il Comune era commissariato e non c’è stata attenzione nel quantificare la domanda sociale nel settore».
E domenica ad Anzio, a pochi chilometri da Nettuno, è morto un altro benefattore, Armando Colaceci che assieme alla moglie donò al Comune il parco pubblico del quartiere Falasche, intitolato alla loro unica figlia, Simonetta, scomparsa a 35 anni.

Il consiglio comunale di Anzio, nel 2003, aveva conferito la cittadinanza onoraria ai coniugi Colaceci.

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