Muore nel giardino del Grassi e il cadavere resta lì 15 giorni

Disteso a terra in avanzato stato di decomposizione. Lo hanno trovato così i primi poliziotti che ieri mattina sono accorsi al Grassi, l’ospedale di Ostia, alla notizia del ritrovamento di un cadavere a ridosso della recinzione della struttura. «Ci ha telefonato una residente della zona che passeggiava con il cane su via Mar dei Sargassi», spiega il vicequestore Rosario Vitarelli, dirigente del XIII commissariato. Paradossalmente il poveretto si trovava a pochi passi dalla camera mortuaria del nosocomio. Sul posto, oltre agli agenti delle volanti, gli uomini della scientifica per i rilievi di rito. Vestito con pantaloni, giubbino e scarpe, senza documenti, dall’apparente età di 40 anni, bianco, l’uomo aveva accanto una busta di plastica piena di giocattoli e altre cianfrusaglie. Un barbone, insomma, di quelli che di solito rovistano fra la spazzatura e che aveva cercato riparo tra gli alberi che circondano l’ospedale e il muretto con la palizzata che separano dalla strada. Il medico legale non ha potuto accertare il giorno della morte anche se da un primo esame sembra sia avvenuta almeno 15 giorni fa. Forse più. Resta un mistero il fatto che nessuno se ne sia accorto prima, nonostante il corpo fosse nell’area interna alla struttura ospedaliera. E gli interrogativi su come abbia fatto a superare i controlli alle varie entrate e a sfuggire alle telecamere del sistema di sicurezza.

«Tra qualche giorno potremo saperne di più sulle cause esatte della morte - conclude il vicequestore Vitarelli - quando avremo i risultati dell’esame autoptico che verrà eseguito al policlinico Gemelli. Solo le impronte digitali e dell’arcata dentaria potranno aiutarci a stabilire la sua identità». Per il momento il caso è destinato a restare aperto e la vittima una delle tante senza nome.

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