da Milano
Il virus dellaviaria sbarca in Europa. In Inghilterra ieri è morto un pappagallo infetto dal virus H5N1, che era stato importato dal Sud America. E in Croazia dodici cigni infetti sono stati trovati in una riserva vicino alla cittadina di Zdenci, nell'est del Paese. Sta bene invece il bambino di sette anni thailandese, infettato, come suo padre, da un animale malato macellato e mangiato in famiglia. Ha reagito alle cure (mentre il padre è morto), mangia e gioca. Il piccolo è risultato positivo ai test del virus H5N1 effettuati in due diversi laboratori mentre sono risultati negativi quelli di altre due persone ricoverate a Giakarta con i sintomi dellinfluenza aviaria.
Dallest asiatico le buone notizie si fermano qui. Il contagio dellinfluenza aviaria alluomo da quelle parti è già una realtà anche se le vittime umane del virus erano state tutte a contatto col sangue e le feci del volatili. In compenso, dopo il diffondensi dellepidemia tra gli animali, sono stati abbattuti almeno 80 milioni di volatili tra Cina, Cambogia, Corea del Sud, Indonesia, Giappone, Laos, Taiwan, Thailandia, Pakistan e Vietnam. Unemergenza di sanità veterinaria palnetaria (dopo i casi di Turchia, Romania, Russia) che preoccupa sempre di più la Ue. Ieri i venticinque ministri della Sanità dellUnione europea si sono messi daccordo nel dare una mano i paesi più poveri. In effetti, sono loro a rischiare di più per le precarie condizioni igieniche in cui vivono e perchè sono sprovvisti del farmaci sofisticati di cui i paesi occidentali fanno ora incetta. Ed è proprio sui farmaci, gli antivirali in particolare, che i ministri si sono soffermati perchè costituiscono lanello debole della lotta contro uneventuale pandemia. Potrebbero non bastare per tutti, serve fare scorte in modo ragionato e, se necessario, si potrebbe sospendere i diritti delle aziende sulle coperture brevettuali. Il vertice dei venticinque fissa alcuni punti fermi: la minaccia cè ma non è immediata per luomo. La pandemia, peraltro, non è detto che debba riguardare tutto il mondo.
Più cautela e meno allarmismo, dunque.
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