da Roma
«Mi preoccupano di più i bassi salari e le basse pensioni piuttosto che leccessiva pressione fiscale». Fausto Bertinotti dà voce alla preoccupazione che serpeggia, neppure troppo sottotraccia, nellala sinistra della maggioranza e nel sindacato: i poteri forti, dalla Confindustria alla Banca dItalia, tramano insieme con il ministro dellEconomia Padoa-Schioppa per sottrarre il «tesoretto fiscale» ai dipendenti e ai pensionati. La faccenda assume le sembianze di un «caso» politico. Il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, si spinge ad affermare che sul «risarcimento sociale» si gioca lidentità politica del governo. Ma Perluigi Bersani frena: prima viene la tenuta dei conti pubblici, poi il resto. «Il mestiere del governo è di fare le riforme, non distribuire tesoretti», dice il ministro dello Sviluppo.
La questione dellextra gettito è diventata, paradossalmente, una patata bollente per il governo. Se ne è accorto lo stesso Romano Prodi, ricordando che per accontentare tutte le richieste servirebbe un «tesorone» e non un tesoretto. Ma le aspettative si gonfiano ogni giorno di più. La sinistra radicale e il sindacato insistono per una redistribuzione di reddito a favore delle fasce più basse. «È unoperazione di giustizia sociale», sostiene il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero. E Giordano ricorda che la Confindustria ha già incassato il taglio del cuneo fiscale, mentre sette milioni di pensioni non raggiungono i 600 euro mensili.
Anche la ricetta del sindacato lascia poco spazio alla riduzione delle tasse sollecitata da Luca di Montezemolo e Mario Draghi. «Ci vogliono più salari e più pensioni, anche per spingere la ripresa economica», sostiene il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. «Prima ancora di intervenire sulla pressione fiscale - dice a sua volta il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani - è necessario sostenere i consumi interni, a partire dai pensionati e dai redditi da lavoro. Oggi leconomia è trainata dallestero - aggiunge Epifani - ma non possiamo solo esportare, dobbiamo anche sostenere la famiglia e gli investimenti».
La questione fiscale diventa così un argomento spinoso in più al tavolo di confronto fra governo e parti sociali, che già vede unagenda fitta di problemi, dalle pensioni agli ammortizzatori sociali, al contratto del pubblico impiego. Bersani cerca di destreggiarsi, dicendo che «dobbiamo certamente impegnarci a ridurre il carico fiscale, naturalmente a chi le tasse le paga». Tuttavia, aggiunge, «il mestiere del governo non è quello di distribuire tesoretti, ma di fare le riforme». Le risorse a disposizione vanno per prima cosa destinate a una «politica rigorosa per la tenuta del quadro dei conti pubblici e per la ridfuzione del debito», e poi allequilibrio sociale. Lobiettivo del governo, aggiunge, è di ricondurre levasione nella media europea. E «tra non molto», conclude Bersani, il governo presenterà una proposta di legge sul federalismo fiscale.
Lequilibrismo di Bersani conferma limbarazzo in cui si trova il governo. Anche perché alla fine, come spiega leconomista e parlamentare dellUlivo Nicola Rossi, «il tesoretto potrebbe essere più piccolo di quello che pensiamo, e non sappiamo quanto sia strutturale. La mossa giusta sarebbe quella - osserva - di sanare i debiti, riducendo così il carico fiscale su famiglie e imprese».
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