Un muro dividerà iracheni e sauditi

Sarà lungo 900 chilometri e dovrà bloccare il viavai dei guerriglieri

da Dubai

L’Arabia Saudita procede con i suoi programmi per costruire una barriera lungo il confine con l’Irak, lungo circa 900 chilometri, con l’obiettivo di impedire le infiltrazioni di terroristi. Il “muro”, i cui lavori di innalzamento richiederanno dai cinque ai sei anni e che ricorda quello israeliano, fa parte di un pacchetto di provvedimenti da 9,4 miliardi di euro che prevede sensori elettronici, basi e barriere fisiche per proteggere il regno dalle minacce esterne.
L’ambiziono progetto - ha detto Nawaf Obaid, consulente per la sicurezza del governo di Riad - riflette non solo le preoccupazioni per il terrorismo, ma anche il crescente allarme per la situazione in Irak, dove le forze statunitensi sono sempre più impegnate nel contrastare le violenze tra sciiti e sunniti. Tutti i Paesi confinanti con l’Irak - Arabia Saudita inclusa - temono che questi scontri possano estendersi oltre confine e minacciare la propria sicurezza. I sauditi temono in particolare il ritorno dei guerriglieri, che potrebbero continuare la lotta contro la monarchia filoamericana. Dal 2004, l’Arabia Saudita ha investito circa 1,8 miliardi di dollari per puntellare le sue difese lungo il confine iracheno.
Lo scorso aprile fonti americane avevano annunciato lo scorso aprile che tra i guerriglieri stranieri in Irak i sauditi sono tra i più numerosi a essere stati catturati dai soldati della coalizione: ne sono stati presi 23, i siriani sono 51 e gli egiziani 38.
Washington e Bagdad si sono lamentate ripetutamente delle infiltrazioni di fondamentalisti sauditi in Irak, la maggior parte attraversa la Siria e si unisce ai gruppi che combattono le forze americane e della coalizione. Obaid ha comunque assicurato che i progressi nei controlli alla frontiera hanno ridotto il traffico verso Nord. «Assai più urgente è “sigillare” il confine sul versante iracheno», ha detto Obaid, il quale ha aggiunto che i sauditi intendono impedire agli estremisti di sfruttare l’Irak come punto di transito per trafficanti di droga e di armi.


Il portavoce del ministero degli Interni iracheno, Abdul-Karim Khalaf, ha dichiarato che le autorità di Bagdad hanno appreso dei programmi sauditi per il rafforzamento della sicurezza al confine e «per questo ringraziano Riad».

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