Un muro di schermi contro l’ansia da traffico

(...) orgogliosamente Giorgio Tartaglia, il responsabile Aci, guardando la grande stanza separata da un vetro su cui sono impressi i loghi di Automobil Club d’Italia e Comune di Roma: da una parte i vigili urbani in divisa inamidata, dall’altra i funzionari Aci davanti a microfoni che fanno tanto radio americana. In mezzo c’è un lavoro certosino che si propone di ridurre del 40 per cento la congestione urbana per un risparmio di 350 milioni di euro l’anno.
Il funzionamento di Luce Verde non è affar semplice. Iniziamo dalla polizia municipale: sei vigili, uomini e donne in egual misura, con un occhio al pc, uno al widewall che proietta le immagini provenienti da 50 telecamere posizionate in punti nevralgici della città e l’orecchio alla radio di servizio. Dal computer ricevono le notizie provenienti dalle pattuglie di 19 gruppi municipali, il cosiddetto «brogliaccio informatico». In pratica è un lunghissimo elenco di notizie distinte in transitabilità e viabilità. Le prime segnalano quelli che in gergo si chiamano i «fatti statici» che intralciano la percorribilità delle strade: lavori in corso, pedonalizzazioni, potature di alberi e manifestazioni che vanno dai concerti alle riprese cinematografiche, dalla partite di calcio ai cortei. La viabilità, invece, indica i «fatti dinamici», ossia rallentamenti, code, incidenti e così via. Si tratta di centinaia di notizie al giorno che i vigili controllano e dettagliano chiamando via radio le pattuglie su strada, e infine selezionano in base alla priorità e «vidimano». Ma non basta. Al brogliaccio elettronico si aggiungono le segnalazioni in diretta dall’elicottero che effettua due voli al giorno sul territorio cittadino e le immagini trasmesse dalle telecamere. L’intera parete davanti a loro, infatti, è occupata dai video: 50 occhi elettronici sulla città da cui si possono sbirciare le macchine che accelerano al semaforo o la frustrazione dei pedoni sulle strisce. Mentre chiede via radio a un collega di girare una telecamera per avere una visuale più ampia di un ingorgo in via Nomentana Stefania Migliore, una delle tre donne di stanza alla centralina, ci mostra il meccanismo con cui immette e autorizza le notizie. Qui l’informatizzazione si tocca con mano e a quanto pare anche il sindaco Alemanno, che vanta una laurea in ingegneria, durante la visita d’inaugurazione era stregato da tanta tecnologia applicata.
Passando al di là del vetro, scompaiono divise e widewall ed ecco mixer, microfoni e pure un prosaico «dizionario d’ortografia e pronunzia». Perché, una volta certificate dalla polizia, le notizie passano ai funzionari Aci, serrati in una stanza a vista insonorizzata per preparare ogni 15 minuti un bollettino in formato testo, audio e video da inserire su una piattaforma applicativa accessibile via internet ai media che hanno firmato con Luce Verde un protocollo. A oggi sono una televisione, due agenzie radiofoniche, due radio nazionali e 19 locali che accedono gratuitamente e in presa diretta alle notizie e possono annunciarle con un loro speaker o mandarle in onda così come sono state confezionate. Ad aprile si aggiungerà Radio Vaticana e anche per i cittadini le informazioni di viabilità sono visibili sul sito www.infomobilitaroma.it. Il riscontro, a giudicare dalle mail di plauso ricevute, è più che positivo, tanto che si pensa a servizi ad hoc per eventi speicali: dalla Via Crucis alla finale di Champions League.
A stupire, proprio in ragione del ritmo serrato, è l’entusiasmo con cui tutti dicono di affrontare l’avventura in questo progetto pilota che è una realtà d’avanguardia: l’unica in Italia e una delle più avanzate in Europa. D’altronde, la scelta di Roma per testare la validità del modello non è un caso: i cittadini romani passano in media 600 ore l’anno imprigionati nelle loro auto, per una spesa complessiva di 1300 euro l’anno. Le informazioni sulla viabilità permettono una pianificazione più oculata degli spostamenti con benefici diretti per la sicurezza stradale, l’ambiente e la qualità della vita, oltre a un notevole risparmio economico.

In pratica, meno ore a districarsi tra gli ingorghi, meno incidenti, meno stress, meno sostanze inquinanti diffuse dai gas di scarico e pure meno soste per rifornirsi ai distributori, con un risparmio annuale di 260 euro l’anno. Che in tempo di crisi non è poco.

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