Muscoli super e glutei d’acciaio tra tapis roulant, panche e step

Con 150 centri dedicati al benessere fisico Milano è la prima «megapalestra» d’Italia

Cara Michela, risponde su internet una esperta all’amica che le chiede informazioni, il sedere piatto è un problema di tantissime ragazze.
Probabilmente l’argomento è di strettissima attualità, di certo al maschio intriga e sicuramente qualche graziosa signorina ci perde il sonno. L’esperta nel rispondere all’amica afflitta da questa antipatica anomalia, spiega che abitualmente non si tratta di scarso tono muscolare, anzi a volte il sedere piatto è accompagnato da glutei forti, tonici e duri, e neppure è il risultato di un particolare stato di magrezza. Di sicuro mentre è di gran moda l’effetto brazil, averlo piatto mette a disagio e fa sentire molto gallina da batteria. La diagnosi dell’esperta è abbastanza spietata: trattasi di lordosi lombare. Tranquille, ci sono dei rimedi e l’esperta non si tira indietro, alcuni esercizi sono assolutamente da evitare, altri possono notevolmente migliorare la situazione. Ora non vorremmo sostituirci all’esperta e toglierle il pane di bocca, ma gli stacchi da terra a gambe tese, le macchine e le panche per i glutei, leg curl da seduta, crunch, crunch inverso, sit up e parallele eseguite a gambe flesse sono assolutamente da evitare, previa la sparizione completa del suddetto. Linguaggio da adepti? Probabilmente sì, ma se ancora non ve ne siete accorti siamo entrati nel magico mondo del fitness dove fra panche e cyclette nulla è impossibile, oltretutto a Milano, megapalestra d’Italia con 150 centri dove snellire, ridurre, sottrarre adipe e lasciar esplodere spalle e scapole alate è un must che ha solo un prezzo.
In città la scelta gira fra scantinati da 25 euro al mese a centri dove la retta annuale può superare i mille euro, di certo qui è presente il mercato più evoluto, presidiato da quattro o cinque gruppi. Get Fit è presente con quattro club e uno di prossima apertura, è fra le realtà più significative, 1200 euro l’anno, tre soci che si muovono a piccoli passi e si autofinanziano. Zona umida, massaggi, bagni e un manipolo di personal trainer sono le offerte che non possono mancare in ogni club che voglia dettare legge in città. In fondo tutti figli del Conti, madre di tutte le palestre. A Milano dal 1969 nella sede di Corso Como, rimane un luogo di fascino, ampio, completo. Un po’ come lo Skorpion di Vittorio Emanuele a due passi da San Babila, dove il salotto buono della città si trasforma nella palestra very trendy rilevata peraltro dal gruppo Down Town con location molto tecnologiche e molto fashion, anche una piscina da 25 metri a cinque corsie. Conturella rimane con tre dei dieci club presenti un decennio fa, 500-600 euro al mese, stessa cifra per le piccole palestre Sportman che in genere non superano i mille metri quadri di superficie ma hanno tutto. Il nuovo fenomeno è Fitness First, capitale inglese con presenza anche di Deutsche Bank, multinazionale del benessere che sta invadendo l’Italia e al momento è presente con un solo club in città. Già numero uno in Europa propone fitness fine a se stesso e ora lancia i nuovi corsi ispirati a Joseph Pilates che insegnano a scolpire il proprio corpo con la forza della mente. Aperto sette giorni su sette, Natale compreso, il centro di viale Certosa non trascura neppure gli spogliatoi con mobili in radica.

Non solo un dettaglio in un panorama milanese che rimane soprattutto carente nei servizi igienici, mentre la zona relax sta diventando uno dei luoghi vitali e dove ormai neppure gli americani ci insegnano più nulla e le loro ragazze sono costrette ad aprire un carteggio via Internet con i nostri esperti per capire come migliorare i loro fondoschiena.

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