(...) visitare alla Spezia. Turismo culturale nelle città storiche addio, le amministrazioni della città ligure dal 1993 hanno cercato di invertire la tendenza e spostare gli appassionati darte nel levante ligure. Risultati? Oltre 30 milioni investiti a fronte di un paio, al massimo, ricavati.
È la storia di un polo museale costituito dal Museo Amedeo Lia, dal Camec, dal Museo del Sigillo e dal Museo Etnografico. Nata sotto lamministrazione del sindaco Lucio Rosaia che, per una sua vocazione personale, decise di invertire la tendenza della città: niente più industria, meglio il turismo. Si partì con una donazione di opere darte medievale di Amedeo Lia, a cui venne intitolata la struttura realizzata dal Comune per ospitarle. Si andò avanti con altre donazioni: della famiglia Cappellini dietro alla quale si pensò la palazzina delle Arti, conosciuta come il Museo del Sigillo perché i Cappellini donarono una collezione di antichi sigilli, fino al Museo Camec, il centro di Arte moderna e contemporanea frutto della donazione di Giorgio Cozzani. Nessuno probabilmente pensò che i musei hanno anche costi di gestione e che le donazioni non bastano. Ma anche quando se ne sono resi conto non si sono fermati: hanno continuato (e stanno continuando) a spendere capitale pubblico per proseguire con la gestione di impianti che perdono milioni a fronte di un usufrutto veramente limitato.
Il museo Lia, per esempio, tra il 1997 e il 2009 ha totalizzato numeri molto bassi: nel 2008, per esempio, sono stati 4.415 i visitatori per una media di 12,1 al giorno. Limpianto, in dodici anni di storia, è costato ai contribuenti oltre 11 milioni, di cui 2,3 milioni per costi del personale e 8,7 milioni per costi di beni e servizi per una percentuale di costi totali compresi di introiti (contributi pubblici e privati) dell8,3 per cento. Con il ricavato dei biglietti? Non si recupera che il 5,7 per cento degli investimenti. In 12 anni di storia lincasso è stato di 640mila euro. Cambia la collezione ma non la musica: il Camec conta circa 8 visitatori al giorno, ma il massimo del minimo lo raggiungono i Musei del Sigillo e il museo Etnografico che tengono aperti in attesa di un solo visitatore al dì. «Andando a memoria direi che su questo polo museale il Comune della Spezia ha speso qualcosa come 40 milioni di euro - attacca il consigliere comunale del Pdl (e fresco di nomina nella direzione nazionale del partito) Giacomo Gatti -. I nostri gruppi, insieme alla Lega durante la discussione del bilancio 2009, davanti agli aumenti della Tia per gli spezzini chiesero provocatoriamente di risparmiare chiudendo i musei».
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