Un museo a «cielo aperto» per riscoprire i tesori del Lazio

Ricco, immenso, ma sconosciuto ai più e poco valorizzato. Il patrimonio culturale del Lazio è un vero e proprio tripudio di bellezze storico-artistiche, immerso però in un cono d’ombra. Riportarlo alla luce è l’obiettivo del progetto che porta la firma della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Lazio, dal titolo «Museo diffuso Lazio», presentato, ieri, presso il ministero dei Beni e Attività culturali. Che mira a mettere in risalto la preziosità di una realtà culturale «nascosta», perché fuori dal circuito turistico, sensibilizzando così i visitatori alla fruizione di una vasta offerta culturale, capillarizzata nel territorio. Una missione a tutela dell’arte che si sviluppa attraverso una serie di iniziative integrate, che coinvolgono ben tremila chiese, dislocate in più di 300 comuni della regione. A spiegarle nel dettaglio, il soprintendente Rossella Vodret: «La prima azione del progetto è la musealizzazione del vasto patrimonio dei luoghi di culto laziali, al fine di rivalutare il significato storico, artistico e religioso, contestualizzando, inoltre, le opere d’arte presenti all’interno. Un’azione resa possibile grazie alla realizzazione di brevi didascalie in italiano e inglese, posizionate in prossimità degli altari e cappelle, che segnaleranno l’autore, la storia, con particolare riferimento alle iconografia. Che finalmente verrà compresa dai visitatori». E ancora. Secondo segmento del progetto è la pubblicazione, edita dall’Erma di Bretschneider, di una collana di repertori fotografici che illustrano differenti settori dell’arte nel Lazio, dal Medioevo sino al XIX secolo. Affiancata e completata negli argomenti da una ricercata collana di pubblicazioni «Latium», curata da Iride per il Terzo Millennio e dedicata agli itinerari tematici. «Museo diffuso Lazio» prevede anche l’allestimento di una serie di mostre sui pittori nati o che hanno operato nel Lazio, al cui nome è stato associato un patronimico topografico: Rosa da Tivoli, Girolamo Siciolante da Sermoneta, e Scipione Pulzone da Gaeta. E ancora.

Un importante capitolo del progetto è legato, infine, all’informatizzazione dell’archivio fotografico della Soprintendenza: grazie a una fototeca on line gli studenti potranno non solo consultare le immagini dei «tesori» del Lazio, ma anche acquistarle via internet (www.soprintendenzabsaelazio.it).

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