Museo delle Terme: ecco la «nuova» Aula X

Dopo 30 anni di chiusura al pubblico, riapre l’Aula X delle Terme di Diocleziano, un grandioso ambiente facente parte della sede storica del Museo Nazionale Romano. Già da diversi anni il museo è stato suddiviso in quattro sedi, ma quella delle Terme (via E. De Nicola, 79) è sicuramente la più importante, perché ai capolavori dell’antichità si aggiungono le strutture murarie di un complesso architettonico (298-306 d.C.) che si estendeva per circa 13 ettari. Le trasformazioni urbanistiche che si sono succedute nel tempo ne hanno ridotto notevolmente la superficie, ma hanno anche regalato creazioni artistiche come la Basilica di Santa Maria degli Angeli e il chiostro dell’attigua Certosa, dovuti al genio di Michelangelo.
Il restauro dell’Aula X, realizzato a cura della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma con materiali e tecniche non invasive, è consistito nel consolidamento delle pareti, che erano seriamente compromesse da profonde lesioni, e della volta. Si è quindi proceduto al riallestimento della sala con nuovi criteri, facendole assumere una connotazione «funeraria» con l’esposizione di sepolcri, sarcofagi e rilievi con i ritratti dei defunti. Salta subito agli occhi la grande tomba, detta dei Platorini, scoperta nel 1880 presso via della Lungara e ricostruita nel 1911. La camera tombale è preceduta dalle statue di Sulpicio Platorino e di sua figlia Sulpicia, realizzate nel I secolo d.C. All’interno sono state ricollocate le urne cinerarie, riccamente decorate a bucrani, ghirlande e festoni di frutta.
Gli altri complessi funerari inseriti sono due tombe a camera scavate nel tufo. Scoperte nel 1951 in via Quirino Majorana, facevano parte di una necropoli sviluppatasi lungo la via Portuense tra la fine del I e il III secolo d.C. Una tomba presenta nicchie alle pareti e volta a botte, decorata in stucco bianco con motivi floreali e figurine mitologiche, tra cui i Dioscuri, Eros a cavallo e Stagioni. Interessante è il valore allegorico delle raffigurazioni, allusive all’immortalità dell’anima e al viaggio che questa dovrà compiere per giungere al luogo dei beati. L’altro sepolcro, con nicchie ad archetto, è dipinto al suo interno con immagini che ora, grazie ad un accurato restauro, si presentano in tutta la loro policromia. Sul lato sinistro si notano due pavoni con un cratere, sul destro alcuni personaggi giocano a palla e altri conversano, mentre un gigantesco bambino si muove con un treppiede. Tra gli altri reperti esposti nella sala, spicca il sarcofago con Dioniso e Arianna, proveniente dalla Via Labicana. Non sono invece funerari i due lavabi, uno in giallo antico e l'altro in granito, che completano l'arredo museale, insieme alle statue collocate nelle nicchie delle pareti termali.


In concomitanza con l’apertura dell’Aula X, è stato presentato il volume, edito da Electa, «Archeologia a Roma Termini» curato da Mariarosaria Barbera e Marina Magnani Cianetti, relativo soprattutto alle Mura Serviane e al progetto di restauro promosso da Grandi Stazioni.

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