Un museo per il «Gattopardo»

Un museo attorno al Gattopardo. Nasce a Santa Margherita Belice (Agrigento), paese dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa trascorse alcuni periodi della sua infanzia e in cui ambientò una parte del suo capolavoro. Ieri è stato inaugurato al palazzo Filangeri di Cutò, sede del Parco letterario intitolato allo scrittore siciliano. Il museo conterrà tutte le copie dei manoscritti e dei dattiloscritti de Il Gattopardo anche in forma digitalizzata. E poi lettere e oggetti che sono appartenuti all’aristocratico inventore del principe di Salina. Dal vestito al bastone, dalle penne alla tabacchiera. Ma la vera chicca è una registrazione con la voce di Tomasi di Lampedusa mentre legge uno dei suoi racconti più famosi, Lighea e che sarà «la colonna sonora del museo».

Una rarità, perché di lui restano soltanto foto e nessuna registrazione sonora (eccetto questa) o filmata. Del resto di Tomasi giornali e tv cominciarono a occuparsi dopo la sua morte, avvenuta nel ’57, in seguito al clamoroso successo del romanzo pubblicato postumo.

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