Museo al Leonka, altolà a Sgarbi

La Cdl insorge contro la proposta dell’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi che vuole fare del Leoncavallo un museo a cielo aperto. E che paragona i graffiti del centro sociale alla Cappella Sistina. Roba degna, perciò, di essere vincolata dalla Soprintendenza. «Se parla così - lo attacca il leghista Matteo Salvini -, Sgarbi non è più un rappresentante della giunta Moratti». «In questa vicenda - gli fa eco il capogruppo di An Carlo Fidanza -, se c’è una cappella non è la Sistina, ma è quella che ha fatto Sgarbi. Di fronte a un’illegalità che si perpetra da decenni non ci può essere legittimazione, né artistica né tantomeno politica». Soddisfatto, invece, Daniele Farina, parlamentare e storico portavoce del centro che ieri ha accompagnato il critico nel tour di via Watteau. «La visita - spiega - è un segnale positivo nella direzione della ricerca di una soluzione condivisa».

Non spiega però Farina, annotano Fi e An, come mai il Leoncavallo non paghi un euro di tasse: «È la più grande industria del divertimento milanese, ma non c’è uno straccio di scontrino fiscale». E mentre si reclama il controllo della Guardia di finanza nei conti del centro sociale, An invita i milanesi «a prendere esempio: aprite bar, pub o discoteche». Esentasse, naturalmente.

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