Cultura e Spettacoli

Un museo nel castello per la soprano di Toscanini

«Vengo da Parma». «Ho studiato con Carmen Melis». Le credenziali che Renata Tebaldi presentò alla sua prima audizione al Teatro alla Scala sembravano fatte apposta per ben disporre chi la esaminava. Infatti, presiedeva l’audizione un parmigiano purosangue: Arturo Toscanini, che ben conosceva la signora Melis, una delle migliori soprano drammatiche fra le due guerre. In vista dello storico concerto di riapertura della Scala dopo la guerra, Toscanini volle ascoltare «quella ragazza di cui mi hanno parlato molto bene». La soprano ha in gola Andrea Chénier, Maddalena di Coigny è un ruolo che le ha già portato fortuna. Conclusa la prima aria («La mamma morta»), le si chiede di proseguire. Attacca la preghiera di Desdemona, l’Ave Maria dall’Otello di Verdi - opera che Toscanini aveva suonato alla prima assoluta fra le file dei violoncelli scaligeri e che poi aveva portato a uno splendore esecutivo che l’autore riuscì ad ascoltare. La leggenda narra che l’accompagnatore staccasse un tempo non gradito al Maestro. Toscanini allora iniziò a battere con la mano il «suo» tempo. E la Tebaldi, pronta e musicale, seguiva il Maestro. Il povero accompagnatore se ne accorse verso la fine. Al termine il commento asciutto del Maestro suggellò tanta preparazione: «Brava!». Renata Tebaldi fu scritturata per la preghiera del Mosé di Rossini e per la piccola parte di solista che conclude il Te Deum di Verdi: quella voce che nella falange corale ripete il suo angelico «In te Domine, speravi». È quell’11 maggio 1946 che nacque la «voce d’angelo».
Per le sale del quattrocentesco castello di Torrechiara che domina maestoso le colline di Langhirano e la valle del Parma, la voce d’angelo corre ancora. Non è un fantasma di melodrammatica memoria, ma un museo dove costumi, abiti, gioielli, ricordi appartenuti al celebre soprano hanno trovato la loro dimora. Renata Tebaldi, infatti, in queste colline visse l’infanzia e conservò sempre un legame con la sua gente sana e schietta. Nella sala della torre del leone un letto a baldacchino ricorda l’infelice destino di uno degli indimenticabili ruoli incarnati dalla Tebaldi, quella Desdemona, «nata sotto maligna stella», che tanta fortuna le portò nella sua gloriosa carriera. Per rendere omaggio a una grande castellana sono stato convocati coloro che la vestirono in scena. Abbiamo visto i costumi creati da Alessandro e Nicola Benois, Giorgio De Chirico, Beni Montresor e altri ne seguiranno.

Intanto «voce d’angelo» è tornata fra noi, grazie.

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