Al museo per scoprire tutti i segreti dell’olivo

Per la tredicesima edizione della «Settimana della Cultura», in corso fino a domenica, l’azienda Fratelli Carli presenta al pubblico la Collezione archeologica del Museo dell’Olivo: una rara opportunità per scoprire un tesoro imperiese con tutti i suoi reperti più preziosi, tanto che alla Collezione è stato attribuito di recente il Vincolo Archeologico, prestigioso riconoscimento concesso solo alle collezioni più importanti e di reale interesse storico.
L’esposizione, unica al mondo, è ospitata in una palazzina in stile Liberty circondata da uliveti secolari, e verrà inaugurata venerdì alle 16, nella Sala Conferenze del Museo dell’Olivo di Imperia, con una conferenza di Luigi Gambaro, sovrintendente ai Beni archeologici della Liguria, e dello studioso Paolo Persano. Saranno loro a illustrare, in particolare, le caratteristiche di alcuni dei pezzi migliori della Collezione e a guidare gli ospiti in una speciale visita guidata. Tutte le attività previste dal Museo dell’Olivo Fratelli Carli - patrocinate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - saranno aperte al pubblico gratuitamente.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito più generale della «filosofia» - «Dietro l’oliva, l’uomo» - della Fratelli Carli, un’azienda ligure che da cent’anni unisce la creazione di un prodotto di qualità a un rapporto diretto con la clientela (com’è noto, le consegne sono effettuate direttamente al consumatore, in quanto, per scelta consolidata, i prodotti della Fratelli Carli non sono in vendita in negozi o supermercati). «Tutto questo - spiegano i vertici aziendali - deriva anche da un costante lavoro di ricerca per promuovere il gusto della tradizione e i principi di una corretta alimentazione».

Nel tempo, poi, la Fratelli Carli ha voluto realizzare anche due realtà esclusive: il Museo dell’Olivo, appunto, un percorso espositivo che racchiude seimila anni di storia di questa pianta, e l’Azienda agricola, una sorta di «laboratorio» dedicato alla ricerca, alla sperimentazione e alla produzione di nuove tecniche agronomiche.