Era nato nellAccademia americana a Roma, a due passi dal Fontanone del Gianicolo; i bellissimi giardini e la sala da musica lo avevano ospitato i primi anni, poi il trasferimento al Gonfalone. Laveva creato e tuttora lo dirige un noto violinista americano, Robert McDuffie. Semplice la formula, ma promettenti i risultati: musica da camera con interpreti italiani e stranieri di diverse generazioni, disposti a lavorare insieme e di fronte al pubblico; giovanissimi musicisti di talento invitati come borsisti; programmi molto curati, nei quali spicca laccostamento del repertorio classico europeo con generi e brani extraeuropei, segnati dalla presenza di artisti ospiti di rinomanza mondiale (questanno il contrabbassista americano Edgar Meyer). E poi la formula del concerto ripetuto per due o tre sere consecutive. Il trasferimento, per ragioni logistiche, dallAccademia americana allOratorio del Gonfalone poteva far temere una calata di pubblico; al contrario, non solo il pubblico non è calato, ma proprio nel pubblico va individuato un altro colpo messo a segno dal Rome Chamber Music Festival: la conquista di un pubblico giovane, come ci conferma il direttore del festival, Robert McDuffie. «Ho sempre avuto il chiodo fisso di non punire il pubblico. Per questo i miei programmi riflettono il pubblico che frequenta il festival e che seguiamo passo passo nella sua evoluzione. Scelti i programmi, li affido a ottimi artisti, nellintento di offrire al pubblico il meglio possibile».
La bellezza del luogo - Oratorio del Gonfalone - cosa ispira a un musicista doltreoceano, come lei, e a tanti altri che partecipano al festival?
«Loratorio è un luogo magico, specie per chi come me viene doltreoceano. Le meraviglie architettoniche e pittoriche dellinterno si sposano magnificamente alla bellezza della musica. Un incanto».
Il repertorio americano in programma questanno, in che cosa consiste esattamente?
«Edgar Meyer (in duo con il mandolinista Mike Marshall) nella prima settimana, farà ascoltare la sua musica; accostata, nelle stesse serate, dal 16 al 18 giugno, a musiche di Mozart e Kreisler e Mendelssohn».
Da dove nasce la scelta - controcorrente - di ospitare Andrea Morricone, il figlio di un grande padre, che si cimenta su un terreno nel quale il padre è una star internazionale, cioè la musica da film?
«Andrea è un mio caro amico, ma soprattutto è una persona speciale nel mondo della musica. Con tutto il rispetto per Ennio, ho deciso questanno di far ascoltare la musica di Andrea che si sta facendo onore come il padre, e sono sicuro che il pubblico laccoglierà con entusiasmo. Ho accostato la sua musica al Sestetto di Ciaikovskij, dal 23 al 25 giugno».
Infine, anche questanno si offre lopportunità a giovani ma eccellenti interpreti di far musica insieme a musicisti di provata esperienza. Come li sceglie fra i tanti giovani di talento, desiderosi di entrare nel mondo del concertismo?
«Le scelte dei giovani interpreti sono fatte attraverso la mia scuola di archi in Georgia, negli Stati Uniti (www.mercer.edu/mcduffie).
Info: 06 .32650719 (www.romechamberfestival.org)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.