Gran finale di stagione al Carlo Felice, con gli ottoni dellorchestra che chiudono la «sinfonica» mercoledì 6 giugno (ore 20.30) con replica sabato 9 (ore 21) al Teatro Verdi di Sestri Ponente. Una collaborazione che mira al decentramento, alla diffusione più ampia possibile della musica in città. «La cosa è nata un po per caso - ha detto Giunio Lavizzari Cuneo, direttore del Verdi - abbiamo lanciato l'idea di uno spettacolo del Carlo Felice da ospitare nel ponente et voilà! In quattro e quattrotto ecco sopralluogo e organizzazione: siamo pronti, entusiasti e soprattutto speranzosi. Vogliamo che questa sia la prima di tante occasioni e da parte nostra c'è la piena disponibilità per il futuro». Marco Zambelli, sul podio della recentissima «Turandot», dirige questa «orchestra di metallo» - trombe corni flicorni tromboni euphonium tuba timpani percussioni e batteria - in una serata particolare, che prevede una presentazione del concerto a cura di Augusto Fornari (lui invece regista della Bohème di questa appena conclusa stagione lirica) e un'introduzione di Giorgio De Martino. In più sarà visibile una mostra allestita nel foyer con una trentina di strumenti d'epoca, datati fra il 1820 e il 1970. Il programma musicale è variegato e presenta pagine che vanno da Bach all'epoca contemporanea, passando per il secolo scorso: Melchior Frank, Jacques Danican Philidor Le Cadet, Simone Molinaro, John Williams, George Gershwin e il trio Elfmann/Barry/ Kamen. Brani tratti da colonne sonore famose, da madrigali del seicento, dal repertorio operistico, insomma, di tutto un po', per un appuntamento inusuale, fuori dagli schemi colti tradizionali e senza dubbio movimentato. Un pezzo di Carlo Felice nel ponente. E l'opera? Una recita del prossimo cartellone lirico al Verdi? «Bella idea - si unisce all'entusiasmo di Lavizzari e del sovrintendente Pacor anche Giuseppe Spatola, nuovo presidente del Municipio VI Medio Ponente - cominceremo a pensare di adeguare la struttura per una prossima realizzazione.
Sempre in nome di una proficua diffusione della cultura anche in zone lontane dal centro».
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