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Maneskin? Ne sento parlare fin troppo”. Così Gino Paoli stronca la band romana

Gino Paoli e Riccardo Muti sono solo gli ultimi, in ordine di tempo, che non vedono nella band romana il quid artistico

“Maneskin? Non li ascolto ma ne sento parlare fin troppo”. Così Gino Paoli stronca la band romana

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“Maneskin? Non li ascolto ma ne sento parlare fin troppo”. Così Gino Paoli stronca la band romana

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Maneskin tra luci e ombre. Se da un lato il gruppo italiano sta riscuotendo grandi successi in tutto il mondo e tanti artisti ne riconoscono il valore, dall'altra sono tanti quelli che appaiono piuttosto critici nei confronti della band romana. La vittoria all'Eurovision ha senz'altro spalancato loro il mondo della musica internazionale e, complice anche il cambio di management, sono riusciti a imporsi sulla scena mondiale. Qual è il merito del loro successo? Le teorie su questo sono varie ma qualcuno nel tempo ha provato a dare risposte. L'ultimo è Gino Paoli, uno degli ultimi veri rocker italiani.

"I Maneskin non li ascolto ma ne sento fin troppo parlare. Sono tre bei fighi e una bella figa, per quello funzionano", ha detto Paoli. Senza troppi giri di parole, il cantante ha dichiarato che il successo della band romana non è certo da ricercare nelle qualità vocali del suo frontman ma, piuttosto, nell'estetica e nella resa complessiva del gruppo sul palco. Paoli non lo dice apertamente ma non si discosta troppo da tutti, e sono tanti, coloro i quali sostengono che i Maneskin abbiano fatto la propria fortuna con il marketing e che debbano a questo il loro successo.

D'altronde, nel loro repertorio sono forse più le cover dei singoli e di loro si parla soprattutto per gli eccessi di stile. I seni nudi di Victoria la bassista, coperti solo dai cerotti, sono ormai diventati la normalità e non fanno più notizia, quindi il gruppo è alla costante ricerca di nuove trovate per far parlare di sé. E proprio questo, da cui deriva l'ampio spazio che i media regalano ai Maneskin, non è piaciuto al maestro Riccardo Muti, uno che senz'altro di musica si intende: "Stiamo bruciando i ponti con la cultura italiana. E i media ci parlano dei rapper, dei Maneskin o Maneskot".

Anche questo è rock, probabilmente, e se uno come Vasco Rossi apprezza in modo così plateale proprio la ragazza, l'unica, che fa parte del gruppo, è evidente che tutto questo funziona. Ma la musica, come dicono in tanti e in modo elegante lasciano intendere anche Gino Paoli e Riccardo Muti, è ben altro. Tanti si chiedono quanto dureranno i Maneskin, se la loro sarà solo una moda passeggera o se riusciranno a passare le generazioni come hanno fatto in passato mostri sacri del calibro dei Rolling Stones o dei Queen.

Solo il tempo potrà dare queste risposte ma intanto la band di Roma si gode successo, meritato o meno.

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