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"Non mi esibirò in Qatar". Dua Lipa dice "no" ai Mondiali

L'artista britannica ha smentito di essere stata contattata dagli organizzatori e ha svelato di non considerare il Qatar un posto da visitare, almeno fino a quando il Paese "non avrà rispettato tutti gli impegni sui diritti umani"

"Non mi esibirò in Qatar". Dua Lipa dice "no" ai Mondiali

La presenza di Dua Lipa alla cerimonia di apertura dei Mondiali di calcio in Qatar era data per certa. Ma con una dichiarazione a sorpresa, la popstar inglese ha smentito una sua possibile partecipazione all'evento in programma il 20 novembre allo stadio Al Bayt, rimarcando le divergenze di pensiero tra lei e le autorità locali.

"Ci sono state molte speculazioni circa la possibilità che mi esibisca alla cerimonia d'apertura del campionato del mondo in Qatar", ha scritto Dua Lipa sulla sua pagina Instagram, dove è apparsa con una nota ufficiale: "Non mi esibirò e non sono mai stata coinvolta in una trattativa per farlo". L'artista, nata nel Regno Unito da madre e padre kosovari, ha poi preso le distanze dal governo locale per il mancato impegno sui diritti umani: "Farò il tifo per l'Inghilterra da lontano e non vedo l'ora di visitare il Qatar quando avrà rispettato tutti gli impegni sui diritti umani presi quando ha vinto il diritto di ospitare la Coppa del Mondo".

Dua Lipa non è l'unica artista inglese a essersi schierata apertamente contro le autorità del Qatar, che stanno facendo discutere su più fronti. Sir Rod Stewart si è rifiutato di tenere un concerto nel Paese nel 2021, rinunciando a un compenso di ben un milione di dollari. "Non è giusto andarci. E anche gli iraniani dovrebbero essere fuori per la fornitura di armi", aveva dichiarato prendendo posizione contro il governo locale.

Sempre nel Regno Unito ha fatto discutere il ruolo di David Beckham ai prossimi Mondiali. Il calciatore è uno degli ambasciatori dell'evento sportivo globale e percepirà un compenso che si aggira - secondo i rumor - intorno ai 10 milioni di sterline. Proprio per avere accettato l'offerta, Beckham è stato pesantemente criticato visto che, in passato, era stato al fianco della comunità Lgbtq+, che in Qatar è messa al bando.

Le dichiarazioni rilasciate dall'ambasciatore del mondiale, Khalid Salman, che sostiene che "l'omosessualità è una malattia mentale", hanno fatto esplodere un vero e proprio caso alla vigilia dell'inizio della manifestazione, che vedrà arrivare sportivi da tutto il mondo.

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