Il dato è positivo ma è molto più positivo che non sia un dato isolato. L'aumento della pubblicità radiofonica a ottobre 2025 (+12,2 per cento) si inquadra in una tendenza che è abbastanza costante negli ultimi tempi e rende bene quanto il mercato radiofonico sia solido e rilevante. Difatti la maggior parte dei settori merceologici dimostra particolare attenzione alla radio specialmente quelli legati ad automotive, alimentari, finanza e assicurazioni. Nel dettaglio, crescono anche gli indicatori qualitativi, ossia il numero di annunci trasmessi (+24%), il numero di aziende investitrici (+15%) e la quantità di campagne pubblicitarie pianificate (+13 per cento). Come si vede, un quadro ampiamente soddisfacente non soltanto per quanto riguarda il fronte economico e quello qualitativo. A essere molto rassicurante è soprattutto la tendenza che questi dati confermano. La rilevazione progressiva da gennaio a ottobre (+2,6%) certifica ancora come il mercato creda alla radio molto più di quanto creda in altri media che invece perdono pubblicità.
E perché ci crede? Intanto perché gli spot radiofonici non allontanano il pubblico, come invece può accadere in tv o sul web. E poi perché lo spot in radio ha una maggiore efficacia persuasiva e può essere anche raccontato (come accade a Rtl 102.5 ad esempio) inserendosi meno traumaticamente nello sviluppo di ogni palinsesto.