Per far numero in piazza, ormai, serve inserire la "quota Palestina": qualunque sia la ragione per cui si organizza una manifestazione, non manca mai la citazione per il conflitto in medioriente. Sarà così per lo sciopero generale e la manifestazione del 28 e 29 novembre ed è stato così anche a Venezia ieri per la manifestazione contro il maestro Beatrice Venezi "dalla Fenice alla Palestina per una cultura indipendente e di pace". Cosa accomuna la Fenice e la Palestina? Nulla, e infatti oggi i sindacati esultano perché in piazza c'erano "oltre mille persone" per "proseguire la protesta contro la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro", non per la Palestina. Così hanno fatto sapere alcune fonti sindacali all'agenzia LaPresse.
La manifestazione è stata organizzata dal centro sociale Sale Dock, a cui si sono uniti diversi sindacati tranne l'Ugl, e come rende noto CulturaIdentità erano presenti anche la segretaria del Partito democratico, Monica Sambo, e il senatore del Movimento 5 stelle, Luca Pirondini. Colpisce che entrambi gli esponenti dei partiti che attualmente si trovano all'opposizione di governo che hanno sempre rivendicato le battaglie femministe, scendano in piazza contro un direttore d'orchestra donna. Ma la storia del teatro La Fenice di Venezia è da tempo, ormai, scanduta dagli scioperi. Anche lo scorso anno ce ne fu uno in occasione della prima di stagione, l'Otello di Giuseppe Verdi, organizzata dai lavoratori del teatro sostenuti dai sindacati. E la nomina di Venezi era ben lontana dall'essere fatta. In quell'occasione i lavoratori fecero saltare la prima per questioni legate alla pianta organica e al trattamento economico: è stata la prima volta dopo 31 anni che è stato celebrato il rito dell'apertura della stagione con la prima.
È evidente che i problemi del teatro siano antecedenti alla nomina di Venezi, che però continua a essere al centro delle proteste attuali. Come sottolinea CulturaIdentità, domani a Venezia si terrà una conferenza stampa dal titolo "La musica non cambia – il caso Venezi", organizzata dal sindacato Ugl, allo scopo di analizzare la natura dell'attacco subito dal direttore Venezi da alcune settimane a questa parte per ragioni che, probabilmente, nulla hanno a che fare con la sua professionalità.
Anche al maestro Peppe Vessicchio da poco scomparso venne il dubbio che ci fosse altro dietro le critiche: "Ne parlavano bene fino a quando non ha esternato la sua vicinanza ad alcuni movimenti politici".