"Teste di c...". Il sermone di Mengoni con la bandiera della Palestina

Anche Mengoni entra nel club degli artisti retorici che usano la platea dei concerti per i bei discorsi vuoti e inutili sulla guerra

"Teste di c...". Il sermone di Mengoni con la bandiera della Palestina
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La lunga lista degli artisti che sembrano sentirsi esclusi dalla cerchia dei giusti se non chiudono o aprono un concerto con la bandiera della Palestina si allunga ancora con l'ingresso di Marco Mengoni. Da Napoli, l'artista ha seguito le orme di quelli prima di lui, come Elodie, che tra un po' di coriandoli e di top glitterati inseriscono anche la guerra. "Io parlo di città fragile, è una città di vetro quella che si ricostruisce sul palco, è apparentemente bella ma che evidentemente ha avuto delle lacune, o non abbiamo studiato la storia o ci siamo affidati troppo al vento che cambia e non siamo stati attenti. Evidentemente sono state votate delle persone che hanno permesso tutto ciò che sta accadendo ora. È un momento storico che personalmente non mi piace, a me e nemmeno a tutte le persone che sono con me sul palco", ha detto il cantante.

Furbamente, Mengoni ha evitato di fare nomi ma si è comunque guadagnato un posto d'onore tra gli intellettuali di sinistra, i cosiddetti "pacifinti", che amano parlare di pace e di bei sentimenti ma che nel concreto si limitano a sventolare una bandiera senza proporre e fare nulla di concreto. E così, con la bandiera della Palestina sulla spalla, ha aggiunto: "Ce n’è abbastanza nel mio spettacolo di stop a questa roba orribile che l’uomo continua a fare.. Perché? Continuiamo a ripeterlo che magari arriva anche a quelle teste di cazzo. La parolaccia ogni tanto ci vuole. Mi scuso, ma quello è l’unico termine che si usa per chi massacra altre persone". Chissà se se si riferiva anche al pogrom del 7 ottobre 2024 in Israele da parte di Hamas, quando vennero massacrati bambini che si nascondevano con i genitori e giovanissimi che stavano semplicemente partcipando a un concerto.

Ma Mengoni, con quell'appello retorico, ha ottenuto la standing ovation e gli applausi, oltre al plauso dell'opinione

pubblica, che dopo tutto è l'obiettivo a più breve termine. Perché puoi essere anche Marco Mengoni ma non è con una bandiera e con un discorsetto che si possono cambiare certe cose, che però servono per aumentare la popolarità.

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