Musso cambia casacca, ma continua a dissociarsi dal partito

«Bagnasco ha lanciato il programma del nuovo partito cattolico, dimenticando di introdurre tra i punti principali, la pedofilia, largamente praticata dalle gerarchie ecclesiastiche», frase ad effetto che -senza conoscerne anticipatamente la fonte- potrebbe tranquillamente essere associata a qualche comunicato di gruppi di estrema sinistra o radicali da sempre in «lotta» contro le gerarchie della Chiesa cattolica.
Invece, questa volta, ad attaccare le parole dell’Arcivescovo di Genova che lunedì scorso aveva parlato di un nuovo soggetto che potesse riunire i cattolici, ci ha pensato il nuovo Pli, del quale è vicesegretario nazionale il senatore genovese Enrico Musso. Quella dichiarazione di poche righe sono una doccia fredda per Musso che da uomo politico e prossimo candidato sindaco non può permettersi, a pochi mesi di distanza dalle amministrative, di attaccare l’Arcivescovo della sua città. Magari il senatore è ancora speranzoso di recuperare alla sua causa anche l’Udc dopo le recenti dichiarazioni di Rosario Monteleone che di fronte ad una eventuale ricandidatura di Marta Vincenzi chiuderebbe la porta al centrosinistra. E allora gli attacchi alla Chiesa proprio non ci stanno.
Così Musso, unico parlamentare a rappresentare il Pli, corre ai ripari con un comunicato che smentisce le dichiarazioni del suo segretario: «Mentre confermo l’importanza della laicità in politica, trovo del tutto fuori luogo e gravemente offensivo nei confronti di tutti i cattolici - scrive tra le altre cose Musso -. È dalla politica che si deve pretendere la laicità, non dalla Chiesa. E da laico, credo che Bagnasco abbia fatto benissimo a sottolineare la caduta dei valori morali (civili o religiosi) nella vita politica».

Il parlamentare genovese finisce per attaccare il suo stesso partito sia per il contenuto del comunicato che per la linea politica che voleva esprimere e affonda: «Per il rinascente Pli si tratta, purtroppo, a mio personale avviso, di una grave e gratuita offesa alla sensibilità di tutti i cattolici. Inutile dire - prosegue il professore - che se fossi stato preventivamente informato mi sarei opposto con le mie pur modeste forze».

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