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Musso e Monteleone, il loro futuro si decide giovedì

Il destino di Enrico Musso si deciderà giovedì. A Roma. E con quello del senatore ex Pdl, si deciderà anche il futuro di Rosario Monteleone alla guida dell’Udc ligure. La prossima settimana è in programma un incontro del Terzo Polo con i leader nazionali e all’ordine del giorno ci sarà il «caso Genova» con la candidatura del professore sostenuto da Udc (il cui coordinatore regionale Monteleone ha però fatto intendere anche con un recente intervento su Il Lavoro-La Repubblica di essere contrario a questa soluzione preferendo continuare a schierare il partito con la sinistra), Fli e Api. L’appuntamento di giovedì è confermato da Enrico Nan, coordinatore regionale del Fli.
Ma come? Musso non è ancora il vostro candidato sicuro?
«Ci sarà questo incontro a Roma. Ma prima ancora dovremo comunque celebrare i nostri congressi».
Beh, Barbara Contini, inviata come commissario a Genova, sta lavorando per Musso. Per voi la cosa è fatta?
«No, lo escludo proprio. Prima, ripeto, aspettiamo il congresso regionale del 26 novembre, la decisione sarà presa solo dopo».
Insomma, chi decide?
«Non sceglierà certo un singolo. Ci sarà il parere del commissario, poi una presa di posizione mia come coordinatore regionale, poi la decisione a livello nazionale».
Quanti problemi.
«Nessun problema. Ci sono già degli orientamenti, questo sì. La mia intenzione è quella di sostenere Musso, ma vedremo cosa succede».
Cosa può succedere? Che vi rimettiate d’accordo col Pdl?
«Non credo. Immagino che il Pdl vada con il suo candidato al 99 per cento. E noi faremo la lista del Terzo Polo. Ma in politica mai dire mai».
Insomma, l’Udc di Monteleone spinge a sinistra. Lei nel Fli è ritenuto uno comunque più vicino al centrodestra. Con chi starete?
«Io sono per la posizione di Fini. Per lavorare a un nuovo centrodestra, a patto che Berlusconi faccia un passo indietro».
Ma lei è coordinatore regionale. E qui non c’è Berlusconi. Né «un» Berlusconi. Deve fare un passo indietro Musso per trovare l’accordo?
«Se il centrodestra confluisse su Musso non ci sarebbero problemi. Non siamo disposti ad accettare un candidato deciso dal Pdl. In questo momento non vedo neppure un tentativo del Pdl di cercare un contatto, di iniziare a discutere. Neppure sulla base del ritiro di Musso. Ma in politica nulla è impossibile. Io sono un liberale e come tale non mi arrocco mai su nulla, neanche su un nome. Ma al momento non vedo niente di meglio di Musso».
Il 26 novembre il congresso. È arrivato il via libera da Roma?
«Sì, confermo. Tutto ufficiale. Il 26 sarà una grande giornata, con il presidente Fini che viene a Genova da mattina a sera. La sua presenza è per confermare quanto tiene al congresso di Genova».
Il presidente della Camera viene per un congresso di partito?
«Sarà a Genova tutto il giorno, e sarà una grande giornata per Fli, con vari incontri. Ma la data del 26 ha proprio un valore fondamentale perché Fini viene per dimostrare quanto tenga al partito a Genova».
Intanto è venuta Barbara Contini per sanare le divisioni. Tra lei, Giuseppe Murolo e Gianfranco Gadolla non corre buon sangue?
«Ma no. Quando nasce un partito c’è sempre una visione diversa delle soluzioni. Ma siamo tutti dalla stessa parte. La Contini, che incontrerò domenica, viene proprio perché l’ho chiesto io. Il commissario nominato ero io, perché c’erano dei contrasti, ma ho chiesto che fosse un parlamentare super partes a guidarci al congresso, che mi auguro sia unitario come già avvenuto a Savona e Imperia».
Musso aspetta.

E con lui Monteleone. In caso di asse ligure con il Fli, l’Udc locale potrebbe vivere un nuovo ribaltone. L’unico liberale che in questi giorni non ha preoccupazioni è Alfredo Biondi, nominato da Napolitano «Cavaliere di Gran Croce».

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