toccato un nervo scoperto della sinistra: a domanda, la Vincenzi ha risposto: «Sono sicura che i miei alleati mi appoggeranno». «Sì, come con Prodi», ha ribattuto una voce dal pubblico, strappando a Supermarta una critica piuttosto sprezzante nei confronti del premier: «Per mia fortuna, io non sono come Prodi».
Tornando a Ici e dintorni, Musso fin dalle primissime battute non si è fatto scappare l'occasione di illustrare la propria ricetta. «L'Ici, che a Genova è al massimo consentito dalla legge - osserva Musso - è fondamentalmente ingiusta perché considera tutti i proprietari "persone abbienti". Per questo è necessario ridurla». Il gettito fiscale mancante sarà ripianato «da un più razionale funzionamento della macchina amministrativa basato sul risparmio. Alle strette - prosegue - si può ricorrere ad un ritocco dell'addizionale Irpef, più giusta in quanto riferita al reddito del cittadino». Anche se, tiene a precisare Musso, «l'obiettivo prioritario è l'eliminazione degli sprechi». E per incoraggiare i proprietari ad affittare gli immobili, Musso propone un netto taglio all'Ici sui canoni concordati. Taglio, ma non azzeramento, «perché il mercato degli affitti rifiorirà, e lasciando l'imposta all'uno per mille si potranno avere discrete entrate».
Non la vede allo stesso modo la Vincenzi, anche se è proprio sulla riduzione delle uscite che il suo rivale incassa gli applausi più convinti del pubblico assiepato nella sala. Pur premettendo che «non è sulle questioni immobiliari che usciranno fuori le differenze tra noi due candidati», Supermarta difende l'Ici («Quando è stata istituita era necessaria») e bolla come «demagogia» l'intento di Musso ridurre le spese in poco tempo. L'alternativa? «Un fisco maturo, che tenga conto della soglia di benessere dei proprietari di case» e «riduzioni scaglionate nel tempo, dal 10 al 50 per cento».
Altre tre letterine da incubo, quelle della Tia, la tariffa sull'igiene ambientale, vulgo «tassa sulla spazzatura». La Vincenzi è d'accordo sul fatto che si debba tenere conto dell'utilizzo del servizio e non dei metri quadrati dell'immobile, per determinare il pagamento, ma qui Musso rilancia, facendo ancora il pieno di applausi: «Profondamente ingiusto basare la Tia sui costi, elevati, della società di nettezza urbana. Per questo c'è bisogno di una liberalizzazione del mercato dell'igiene pubblica».
Spicca poi la pessima situazione dell'edilizia popolare, con appartamenti occupati da soggetti che non ne hanno diritto e, in ogni caso, situazioni sociali allarmanti: entrambi i candidati si dicono pronti a fermare ogni situazione di illegalità. «Ma si facciano nomi e cognomi di chi occupa abusivamente», chiede Supermarta, con Musso che le ricorda che «i privati cittadini non hanno gli stessi strumenti di indagine delle istituzioni».
Chi si aspettava un grande scontro tra i due pretendenti a Tursi è rimasto deluso.
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