Musso a Tursi? Nemmeno come ospite

Oggi Enrico Musso entra a palazzo Tursi. Non da sindaco, certo, ma da candidato, ovvio. Ma la sinistra storce il naso e così diventa un caso l’«interrogatorio» all’aspirante primo cittadino della Casa delle Libertà sul futuro di Genova, oggi alle 17 nel salone di rappresentanza di palazzo Tursi, intervistatori il direttore di Telecittà Giovanni Giaccone e Ferruccio Repetti del Giornale. A saltar su è stato il capogruppo del Pdci Roberto Delogu: «Ho chiesto al cerimoniale del Comune come mai sia stato concesso il Salone di rappresentanza per un’iniziativa di carattere elettorale, e mi è stato risposto che la sala è stata assegnata perché a chiederla sono stati i gruppi consiliari. Allora adesso pretenderò che la regola valga per tutti i candidati», là dove non è chiaro se secondo Delogu ci siano stati, proprio a Tursi, dei favoritismi per i gruppi consiliari di cui sopra, e cioè Forza Italia, An, Lega Nord e Udc, sarebbe una notizia.
Al comunista italiano ieri hanno risposto i capigruppo dei quattro partiti di centrodestra, Beppe Costa, Giovanni bernabò Brea, Edoardo Rixi e Paolo Repetto: «Ricordiamo al collega che tutte le sale comunali (Salone di rappresentanza di palazzo Tursi, Salone del gran consiglio di palazzo Ducale e sale sparse negli altri edifici comunali) da anni sono utilizzate dalla maggioranza.

In tali manifestazioni di vetrina non è mai stata data la possibilità di intervento all’opposizione. La nostra iniziativa è stata regolarmente autorizzata e si colloca nell’ambito dei compiti di forze politiche che vogliono rappresentare alla città il loro progetto».

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