Un calo dello 0,8%. Sembra poco. Ma per chi ha un mutuo variabile e dorme sonni agitati dall'incubo ricorrente di continui rincari, è molto. L'Euribor (Europe inter bank offered rate) che è il tasso di mercato al quale le banche si prestano gli euro, ma anche il parametro per l'indicizzazione dei finanziamenti immobiliari, in un mese è sceso più del tasso di riferimento europeo, tagliato ieri dello 0,5%. L'8 ottobre scorso, data del precedente ribasso da parte della Bce, l'Euribor a scadenza sei mesi (il più usato dagli uffici mutui) quotava 5,4%, ieri era al 4,6%. Per la rata di un finanziamento decennale da 100mila euro significa un calo di 40 euro in un mese.
La rapida discesa dell'Euribor non deve stupire. Un mese fa nessun grande istituto sembrava al riparo dal rischio fallimento. Di conseguenza, le banche erano arrivate a chiedere interessi record per concedersi prestiti tra di loro. Un fenomeno che ha mandato l'Euribor e le rate dei mutui alle stelle, tanto da spingere nelle settimane scorse sia Lorenzo Bini Smaghi, componente del comitato esecutivo della Bce, sia Mario Draghi, governatore di Bankitalia, a invocare una revisione dei meccanismi d'indicizzazione dei prestiti immobiliari. Recentemente però, grazie anche agli interventi dei governi a sostegno della stabilità del sistema, il clima sembra essersi rasserenato.
Nonostante la rapida discesa dell'Euribor, una differenza dell'1,4% tra il livello di questo tasso e quello del tasso ufficiale resta un'anomalia, visto che normalmente lo scostamento non va oltre lo 0,20%-0,30%. Quando si tornerà a livelli «fisiologici», è difficile da prevedere.
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