Economia

Mutui: tassi giù, bonus fino a 3.400 euro per le famiglie italiane

Una "dote" che arriva grazie al brusco calo dei tassi di riferimento della Bce e dell' Euribor per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile. I consumatori: ma le banche continuano ad aumentare lo spread. L'Abi replica: no, i mutui in circolazione sono definiti dal contratto e non possono essere oggetto di variazione, se non ristrutturando il finanziamento

Roma - Una 'dote' insperata che può arrivare fino a 3.400 euro all'anno. E' quella che il brusco calo dei tassi di riferimento della Bce e dell'Euribor porterà nelle tasche di chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Al massimo dell'Euribor a tre mesi, toccato il 9 ottobre al 5,39%, la rata di un mutuo da 200.000 euro a 30 anni (a tasso variabile con uno spread dell'1%) aveva infatti raggiunto un massimo di 1.250 euro al mese. Oggi, dopo 50 sedute di cali consecutivi e l'Euribor sceso al 3,08%, la stessa rata vale 964 euro, con un risparmio di 286 euro al mese, pari a 3.432 euro l'anno.

I consumatori contro le banche "Le banche continuano a manovrare a proprio piacimento lo spread, che adesso continuano ad aumentare" in modo da "conservare elevati i propri guadagni". E' quanto dichiarano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti di Adusbef e Federconsumatori, in merito ai vantaggi che potrebbero arrivare nelle tasche degli italiani a seguito del calo dei tassi di interesse a cui sono indicizzati i mutui. "Bisogna regolamentare anche questo ulteriore aspetto", dichiarano i consumatori, perché "stiamo tornando ai livelli del 2005; se il tasso è basso le banche finiscono per guadagnare due volte". Secondo i consumatori, è ancora "troppo elevato" il differenziale fra il tasso Bce e l'Euribor: "Se andiamo a vedere l'Euribor rispetto al tasso Bce, notiamo che è ancora alto. In tempi normali, il differenziale fra i due valori è dello 0,25%, adesso, con il tasso Bce al 2,5%, ci muoviamo su uno 0,58%, comunque inferiore alle punte dell'1,1% raggiunte pochi mesi fa". Adusbef e Federconsumatori sottolineano come i risparmiatori italiani devono "pagare sul mutuo uno 0,54% in più rispetto alla media europea, un valore che sul credito al consumo sale al +1,1%". Alla fine di un mutuo di 100.000 euro a 30 anni, spiegano le sigle, "un mutuatario dovrà pagare 14.000-16.000 interessi in più. Cifre che non sono più accettabili".

Secca replica dell'Abi: non è così Gli spread sui mutui in circolazione sono definiti dal contratto e, pertanto, non possono essere oggetto di variazione, se non ristrutturando il finanziamento. E' quanto dicono all'Abi in merito alla possibilità che le banche non stiano trasferendo sui clienti tutti gli effetti positivi derivanti dal calo dei tassi di interesse. Sui nuovi mutui, spiegano all'associazione bancaria, la valutazione sarà possibile solo una volta raccolti tutti i dati anche se, sottolineano, "non è incoerente" che in una fase di elevata volatilità ed alto rischio come questa gli spread vengano ritoccati al rialzo.

Con il crollo della produzione industriale, sottolineano, aumenta il rischio di fallimento delle imprese e con esso anche quello associato ai lavoratori impiegati nelle stesse, che possono vedere il proprio reddito ridotto a causa della cassa integrazione o addirittura azzerato in caso di licenziamento.

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