Washington - Si teme la reazione a catena. Giù, una via l'altra, come dei birilli. D'altra parte il crash della IndyMac (una delle principali casse di risparmio americane specializzate in mutui e con asset per 32 miliardi di dollari) aveva reso la crisi sempre più palpabile. Ovvia, quindi la decisione del Dipartimento del Tesoro statunitense che ha varato un piano in tre fasi per il salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac, le agenzie semigovernative che erogano mutui a tassi agevolati. Ad annunciarlo il Segretario Henry Paulson, in attesa che il Congresso dia il via libera all’operazione.
Il piano del Tesoro Fed e Tesoro hanno steso un piano di contenimento affiché non si ripeta il collasso della IndyMac Bank. Si torna indietro nel tempo. A quegli anni Settanta, quando il presidente Roosvel fu costretto a un intervento pubblico per far fronte alla grande depressione. Oggi i timori sono gli stessi. E il Tesoro scende in campo con un piano in tre tempi. Come prima fase, verranno create delle nuove linee di credito dalle quali le agenzie potranno prelevare in prestito dei fondi; inoltre il Tesoro, in caso di necessità, potrebbe acquistare parte del capitale sociale delle due compagnie. Infine, la Federal Reserve avrebbe un ruolo "consultivo" nello stabilire le richieste di capitale delle due agenzie.
L'intervento della Fed La stessa Federal Reserve ha annunciato di voler aprire una linea di credito agevolato per le due aziende, che pagherebbero un interesse del 2,25%, identico a quello praticato nei confronti delle banche commerciali e delle grandi corporation. Un possibile fallimento delle due finanziarie non graverebbe, infatti, solo su investitori come la Lehman Brothers, che sta subendo a sua volta perdite colossali, ma su tutto il sistema economico-finanziario del Paese. Le due istituzioni servono indirettamente 55 milioni di americani garantendoo mutui sul mercato secondario per 5.300 miliardi di dollari. I due colossi sono la vera cinghia di trasmissione dell'intero mercato secondario.
I due colossi finanziari Fannie Mae (dalla sigla Fnma, Federal National Mortgage Association) e Freddie Mac (Federal Home Loan Mortgage Corporation) garantiscono complessivamente debiti per 5.300 miliardi di dollari. Si tratta della metà dei mutui erogati negli Stati Uniti. Fannie venne creata nel 1938, in un’epoca di grave crisi immobiliare, e rimase un’agenzia governativa fino al 1968, mentre Freddie venne fondata nel 1970. Le due agenzie non sono direttamente in contatto con il pubblico, ma acquistano i mutui dalle società che li erogano per rivenderli agli investitori, mantenendo alta la disponibilità di denaro a un basso costo; se chi contrae il mutuo non è in grado di pagare sono le due agenzie - e quindi gli investitori - a garantire il debito, e l’attuale crisi del settore immobiliare fa temere che non possano far fronte ai propri obblighi.
Le ripercussioni sul mercato Se dovessero fallire, le ripercussioni sull’intero sistema finanziario potrebbero essere devastanti e la crisi del settore immobiliare potrebbe farsi ancora più profonda: ottenere dei mutui sarebbe ancora più difficile e gli interessi medi diventerebbero più alti. Pur ricordando come rimangano ben capitalizzate, Fannie Mae e Freddie Mac hanno accolto con favore l’intervento congiunto governo-Fed.
La notizia sta nel frattempo ’contagiandò i listini internazionali. La scorsa settimana i timori di una diluizione del valore dei titoli legata a un aumento di capitale hanno spinto i titoli delle due GSE (government-sponsored enterprise) in calo di oltre il 40 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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