Yangon - La dittatura militare birmana mette in atto la linea dura per fermare la protesta dei bonzi. Dopo aver proclamato il coprifuoco, la polizia ha cinrcondato i templi per impedire a monaci buddisti di tornare in piazza. Ma la marcia riprende e la tensione è altissima, fra arresti cariche di polizia e lanci di lacrimogeni.
Poliziotti armati di manganelli hanno caricato i manifestanti a Yangon, la ex capitale della Birmania. Forze di polizia, secondo altri testimoni, hanno anche isolato la celebre pagoda di Shwedagon, punto focale delle manifestazioni contro la giunta militare al potere da 45 anni nel Myanmar, malmenando una decina di monaci buddisti.
I manifestanti, circa 700, sono stati dispersi, ma la situazione resta molto tesa e l’intervento delle forze di sicurezza contro i religiosi che cercavano di entrare nel tempio ha provocato indignazione nelle persone che hanno assistito alla scena. In precedenza soldati armati avevano bloccato con barriere un viale nei pressi della pagoda di Shwedagon, dove centinaia di persone si stavano radunando in vista di un nuovo corteo contro la giunta militare. Le fonti hanno detto che tra la folla che che si stava radunando c’erano soprattutto giovani, mentre erano poco numerosi i monaci buddisti che nelle ultime settimane hanno preso la guida del più vasto movimento di massa contro la dittatura militare da 20 anni a questa parte.
Man mano che la marcia dei monaci buddisti avanza verso il centro di Yangon, cresce il numero dei manifestanti. La polizia ha nuovamente usato i lacrimogeni per disperdere il migliaio di manifestanti ma ormai ci sono almeno altri due gruppi in marcia lungo le strade dell’ex capitale. Uno dei cortei -seguito da camion militari che trasportano una quarantina di soldati - è diretto verso la residenza di Aung San Suu Kyi, la paladina dei diritti umani, Nobel per la Pace, da anni agli arresti domiciliari nella sua abitazione alla periferia di Yangon. Il gruppo di monaci in testa a questo corteo ha più volte esortato i manifestanti che li accompagnano a non esporsi alle violenze. «Ci pensiamo noi monaci», hanno detto alla folla, «per favore, non seguiteci». E poi, esortando alla non-violenza nei rapporti con i militari, hanno a più riprese aggiunto: «Noi li ricolmeremo di amabile gentilezza».
Arrestati un noto attore e un politico Dopo la prima notte di coprifuoco due oppositori famosi del regime militare di Yangon sono stati arrestati. Si tratta di U Win Naing, uomo politico indipendente di 70 anni e del popolare attore Zanagar. Quest’ultimo nei giorni scorsi aveva mostrato il suo sostegno ai monaci scesi in piazza portando loro cibo e acqua perché potessero continuare la protesta.
La Ue rafforza le sanzioni L’Unione Europea ha fatto sapere che rafforzerà le sanzioni contro il Myanmar, se le proteste contro i generali continueranno ad essere represse con la violenza.
Il comunicato è stato diffuso prima che, da Myanmar, arrivassero le notizie del precipitare della situazione a Yangon. L’Unione Europea ha fatto sapere che «rafforzerà e consoliderà le esistenti sanzioni», se le autorità sceglieranno di «usare la violenza contro dimostranti inermi e pacifici».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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