da Roma
Né manovra bis sui conti 2006, né proroga sui tempi di rientro dallextra deficit. Da Bruxelles, Romano Prodi pigia con decisione sul pedale del freno, rispetto allallarme lanciato nella notte di domenica al termine del vertice con i suoi vice DAlema e Rutelli e i ministri Padoa Schioppa, Bersani, Amato e il sottosegretario Letta. Appena giunto nella capitale belga per incontrare i vertici della Commissione europea, Prodi precisa, che «i primi dati del bilancio pubblico sono molto preoccupanti», tuttavia nel vertice notturno non si è parlato di manovra bis. «Non abbiamo rinunciato a una politica di risanamento e rilancio - spiega il professore - e vogliamo evitare la chiusura dei cantieri».
Nessuna richiesta, per ora, è dunque giunta dal governo italiano alla Commissione. Il presidente del Consiglio preferisce prender tempo. Col presidente della Commissione Manuel Durao Barroso non parla di conti pubblici, ma di come rilanciare la prospettiva europea dopo lo stop imposto dai referendum alla nuova costituzione. Poi, con Xavier Solana discute di politica internazionale, e annuncia una serie di vertici coi leader europei, da Tony Blair a Angela Merkel.
Ma largomento dei conti pubblici riemerge nel successivo incontro con «Mister Euro», il premier lussemburghese Jean-Claude Junker. Sulla possibilità del rinvio di un anno del percorso di rientro dal deficit, Junker appare freddo. «LItalia - afferma, al termine del faccia a faccia con Prodi - deve rispettare gli impegni presi per la fine del 2007: limpegno a ridurre il deficit dello 0,8% sia questanno che il prossimo - precisa - resta ancora valido». Di eguale tenore le dichiarazioni del portavoce del commissario allEconomia Joaquin Almunia, che ha visto brevemente Prodi: «Ci aspettiamo che lItalia applichi rigorosamente la legge finanziaria 2007, e che analogo rigore venga applicato alla prossima legge di bilancio».
La situazione dei conti italiani sarà discussa allEurogruppo del 10 luglio. «Non è stato chiesto un rinvio, si stanno esaminando ancora le cifre, in modo che il ministro Padoa Schioppa possa esporre il punto di vista italiano allEurogruppo», conclude Junker. Secondo gli accordi, il deficit pubblico italiano dovrebbe scendere al 3,8% a fine 2006, ed al 3% a fine 2007.
Prodi definisce quello con Junker «uno scambio di idee, senza alcun elemento di decisione: sappiamo quanto riusciamo a fare di aggiustamento ogni anno - spiega il premier - ma dobbiamo essere certi del punto di partenza». La commissione mista Tesoro-Istat-Isae-Bankitalia guidata dalleconomista Riccardo Faini è al lavoro. Si parla di un deficit intorno al 4,5%, ma il rinvio di un mese dellesame europeo - si pensava finora che Padoa Schioppa portasse i conti italiani allEurogruppo di martedì prossimo - potrebbe significare che è necessario più tempo per verificare il reale andamento degli aggregati di finanza pubblica. Al termine di un incontro a Roma con lex presidente della Commissione Jacques Delors, Padoa Schioppa si limita a dire che il risanamento coniugherà «le istanze sociali e di equità con quelle del rigore finanziario e dellequilibrio».
Lessenziale, afferma Luca di Montezemolo davanti agli industriali del Veneto, è che le risorse per il rilancio del Paese siano reperite «con il taglio delle spese, e non con maggiori tasse».
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