Cronache

Nan: «Questa volta corriamo per vincere»

Nan: «Questa volta corriamo per vincere»

Paola Setti

Un sì deciso al tandem Luigi Grillo - Sandro Biasotti per la conquista di Comune e Provincia: «Se sarà condivisa da tutta la Casa delle Libertà, la scelta potrebbe essere vincente». E un «perché no» alle larghe intese nel futuro prossimo: «Se gli sviluppi della politica nazionale porteranno in questa direzione, allora anche qui si potrebbe pensare di affrontare insieme le grandi questioni di Genova e della Liguria». È un ritorno alla politica con la maiuscola quella che Enrico Nan, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, propone agli alleati, ai quali chiederà un incontro la settimana prossima.
Onorevole Nan, sta dicendo che questa volta il centrodestra ci crede davvero, che corre per vincere e non solo per partecipare?
«Io credo che le condizioni siano favorevoli, visto che il centrosinistra non naviga in buone acque: in Comune non può più contare sul candidato uscente, perché Giuseppe Pericu è al secondo mandato, ed è spaccato sui nomi di Marta Vincenzi e Mario Margini. E in Provincia Alessandro Repetto è avversato da gran parte della sua coalizione».
Genova è pur sempre rossa, però.
«Per questo il centrodestra deve dimostrare un forte senso di unità, e puntare su un tandem di nomi noti, spendibili, condivisi, che lavorino in combinata».
Per esempio il senatore di Forza Italia Luigi Grillo in Comune e l’ex governatore Sandro Biasotti in Provincia.
«Potrebbero essere un buon tandem, l’uno rappresenta il mondo della politica, l’altro la società civile».
Eppure la CdL aveva trovato l’accordo sulla ricerca di un nome proveniente dalla società civile anche per il Comune. Non è che gli alleati storceranno il naso su un azzurro doc come Grillo?
«Ne parleremo, ogni decisione verrà presa di comune accordo. Vorrei fosse chiaro però che Forza Italia non rivendica alcunché, Grillo si è semplicemente messo a disposizione in una partita difficile. Del resto, se pure concordi con la necessità di non candidare due politici a tutto tondo, eviterei di esasperare la divisione politica-società civile: io per esempio sono un politico, ma anche un avvocato, e mi sento del tutto calato nella società civile. Quello che conta è individuare una figura che abbia credibilità».
Se Biasotti vincesse la Provincia, poi dovrebbe rinunciare al suo sogno di riprendersi la Regione?
«Tecnicamente tutto è possibile, Biasotti potrebbe candidarsi lo stesso. Certo politicamente avrebbe poco senso conquistare la Provincia e poi dimettersi un anno prima per andare in Regione. Del resto mi pare prematuro pensare oggi alla Regione».
A livello nazionale si profila l’ipotesi di un governo tecnico di transizione, che modifichi la legge elettorale e riporti il Paese alle urne nel 2008. Questo scenario potrebbe condizionare le politiche regionali?
«Se cadesse il governo Prodi io preferirei tornare al voto, ma è probabile che chi può rimandare il Paese alle urne non lo farà, per non condannare il centrosinistra a una bruciante sconfitta. In quel caso ci sarebbe una fase di transizione alla tedesca, che certo avrebbe ricadute anche a livello locale».
A Genova e in Liguria potrebbe nascere una politica di larghe intese?
«Perché no? Io credo che in politica non si possa prescindere dalla coerenza, e infatti noi stiamo lavorando su due candidati condivisi dalla Casa delle Libertà. Eppure la politica ha il dovere di confrontarsi sulle strategie future e sulle grandi tematiche del territorio: il bene della comunità viene prima dei partiti».
Genova però è la città laboratorio del centrosinistra...
«Sì, ma se vogliamo fare un ragionamento serio non possiamo non considerare che se Genova è tanto migliorata negli ultimi anni il merito, anche se il Comune se lo attribuisce, è di tutti, dalle Colombiane al G8, dal 2004 della Cultura al patto di Silvio Berlusconi con Sandro Biasotti quando governavano il Paese e la Liguria, fino alla risoluzione dei casi di Cornigliano e della Ferrania».
Su quali grandi questioni potrebbe verificarsi il confronto?
«Una su tutte la viabilità, i grandi collegamenti europei, la portualità».
Vedi il terzo valico.
«Esatto. Su questi temi il centrosinistra in Regione ha dimostrato di esser debole, in difficoltà e condizionato da Verdi e Rifondazione comunista».
Due partiti che non farebbero parte di un’intesa allargata.


«Ovviamente, questa è una condizione irrinunciabile per noi».

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