Nannini, rock diretto e combattivo

Questa sera e domani allo Smeraldo la cantante affronta il suo pubblico

Ferruccio Gattuso

Aria rarefatta, lassù: Gianna Nannini, però, ci è abituata. Da perfetta alpinista della classifica, sa come partire e raggiungere la vetta armata di grinta e alleggerita di orpelli, che in musica si chiamano troppi suoni e troppa immagine.
Il suo rock resta diretto, il suo viso combattivo e poco disposto a concessioni da "videoclip-look": e poi, a dirla tutta, la ragione alla fine ce l'ha sempre lei, se si considerano gli effetti delle sue scelte, artistiche e comportamentali.
Due date al Teatro Smeraldo (questa sera e domani, ore 21) completamente esaurite da settimane, paradigma di un tour nazionale costellato di successi al botteghino; un disco di platino cavato dalla miniera Grazie, il suo ultimo album (tra i più scaricati da Internet) uscito a fine gennaio scorso, prodotto dallo specialista Will Malone (già collaboratore di Verve e Depeche Mode, pronto a dichiarare che«a voce di Gianna assomiglia a quella di Janis Joplin»); un'autobiografia, intitolata Io, che dall'infanzia a Siena raggiunge l'altro ieri (il viaggio in Iraq nel 2003); infine, una vitalità riscoperta dopo le normali traversie (tra cui anche un cambio di manager) da artista di lungo corso.
Gianna Nannini termina quindi sulla piazza milanese la sua breve ma intensa cavalcata rock cominciata in terra toscana il 19 febbraio scorso. Un tour rigorosamente teatrale, all'insegna delle scelte minimaliste, senza luci e laser da gran concerto e un palcoscenico largo il giusto per farci stare la sua band (Christian Lohr alle tastiere, programmazione e voce, Giacomo Castellano alle chitarre, Dado Neri al basso, Paolo Valli alla batteria e Martina Marchiori al violoncello) e il suo girovagare elettrico, microfono alla mano.
Su quel palco, la rocker senese ci sta per due ore, tramutando in musica quel semplice slogan - Grazie - con cui ha voluto rivolgersi al proprio pubblico: un ringraziamento che prevede una carrellata tra vecchi e nuovi successi, da Fotoromanza, a I maschi, da Scandalo a Meravigliosa creatura, da Bello e impossibile alle recentissime Sei nell'anima (singolo di lancio del nuovo disco), Possiamo avere, Babbino caro, L'abbandono.
La dimensione teatrale prevede, come naturale, momenti intimistici al pianoforte dove la ruvidità del rock elettrico più duro lascia posto ad alcune distese e melodiche rivisitazioni di brani storici, secondo la ricetta del suo penultimo disco, di soli due anni fa, intitolato Perle. Anche perché, questa la novità, gli anni e l'esperienza hanno reso Gianna Nannini «molto meno arrabbiata, disposta a vedere con maggiore distacco le cose che mi succedono».
È la controindicazione del tempo, che porta a chiunque di noi acciacchi, fisici e nell'anima, ma anche una filosofica saggezza che non è detto non possa fare alchimia col rock.


E se di questi tempi la campagna elettorale sembra trascinare tutti a bordo ring, pronti per salirci, l'ex senese arrabbiata di sinistra ha la battuta pronta: «Da parecchio non voto, e pronunciarsi in politica porta sempre ad essere strumentalizzati». Niente chiamate alla pugna quindi, e solo musica, grazie.
La scenografia sul palco dello Smeraldo è caratterizzata dalla presenza di 16 video al plasma a 40 pollici su cui scorrono immagini di videoart.

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