Meglio la Roma, più sgombra mentalmente, più sistemata, più esagerata, ma di poco. Dopo la marmellata del vantaggio ne sbaglia almeno cinque in mezzora, tutte nitide e quasi tutte sui piedi delloriundo Osvaldo. Il vantaggio romanista però è da raccontare subito perché arriva dopo tre minuti scarsi e in realtà è unassociazione di movimenti sbagliati che coinvolge tre quarti della difesa napoletana. Lamela lavora sulla fascia di destra azzurra, stronca Campagnaro, arriva Cannavaro e gli fa fare la stessa fine, centra un pallone quasi innocuo e De Sanctis si accartoccia male e lo devia nella propria porta con il ginocchio e un guantone. A Mazzarri gli si appannano le lenti.
Piove. Non come durante tutto il resto della giornata ma scende giù fastidiosa e Hamsik arriva solo e felice sul pallone di Zuniga, è a un metro scarso dalla riga di porta con Stekelenburg assente, piattone, curva, mani in faccia. É il 24, tutto il lavoro di portineria dei napoletani produce solo una serie di angoli e cross, la Roma quando parte invece è devastante, Osvaldo riceve tre palle gol nitide da Simplicio, Taddei e Totti, cè anche un palo esterno di Lamela. Il Napoli è Lavezzi, parte dalla trequarti e sincunea dove vuole ma sono in troppi con De Rossi annunciato con squilli a centrocampo e di fatto centrale difensivo libero a tutti gli effetti. Eppure Lavezzi riesce a fuggire e schiacciare il pallone contro il palo di sinistra di Stekelenburg, conclusione spettacolare su invito di Hamsik. Tante occasioni perché la Roma soffre sulle fasce dove Taddei ha limiti difensivi noti e Rosi pasticcia dietro e davanti. Il Napoli non è in gran serata, le palle gol che una Roma appena dignitosa confeziona ne sono la prova provata. Mazzarri nellintervallo urla e la squadra riparte forte, si riversa nella metà campo della Roma che esagera nel decidere subito di vivere su quel minimo vantaggio e rischia. Ma quando dopo una decina di minuti della ripresa Lavezzi sofferente a una coscia abbandona il campo, sembra che la gara sia ormai segnata, con un Cavani non pervenuto e un Inler di cui si sono perse le tracce già sul pullman che portava la squadra al San Paolo. E così gli gira meglio anche a Osvaldo, Totti gli dà una gran palla in area, Campagnaro continua la dormita e De Sanctis va giù a raccogliere la seconda palla in fondo alla rete, questa volta quasi incolpevole. Due a zero ma manca ancora mezzora.
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